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Esonero o ammissione di colpe? Inter spalle al muro dopo le parole di Conte

Esonero o ammissione di colpe? Inter spalle al muro dopo le parole di ConteTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
domenica 2 agosto 2020, 08:00Serie A
di Andrea Losapio

"È stato un anno duro". Ripetuto più volte. "Dovremo fare valutazioni con la società", praticamente come un intercalare. E poi le domande su Messi, e lui risponde con la difficoltà di avere Lukaku un anno fa, dove si era esposto in prima persona per portarlo all'Inter. Il carro che non doveva essere pieno, la cacca spalata a ripetizione. Antonio Conte ha messo alle spalle al muro l'Inter, con un dopopartita scoppiettante. Ne ha avute per tutti, anche per il proprietario.

NON È PER IL MERCATO - Non è assolutamente vero, anche se ha tenuto a sottolinearlo più volte. Perché la frase per Lukaku è una spia, ma anche il fatto che avessero pochi attaccanti o pochi centrocampisti. Per accorciare il gap serviva muoversi. Ed è indubbio che l'anno scorso Suning abbia impiegato tantissimo a prendere un centravanti - giocava con Perisic e Esposito, nelle amichevoli - e poi a gennaio non gli ha preso Vidal, più volte richiesto, puntando su Eriksen. A tal proposito il danese ha giocato un minuto, oggi, entrando al novantesimo, in una partita dove non c'era nemmeno Borja Valero. Certo che è per il mercato. Anche per il mercato.

LE VOCI - La realtà è che alla Juventus, Antonio Conte, aveva più protezione. Forse anche da parte della stessa stampa, ma in generale l'ultimo episodio di Brozovic non ha aiutato. Anche perché prima di Inter-Milan dell'andata, il 20 settembre 2019, lo stesso Conte aveva detto che l'Inter è sempre stata chiacchierata sui media, riferendosi a una sorta di talpa nello spogliatoio. E anche lì aveva menato fendenti: "Per chi è nell’ambiente nerazzurro da più tempo, viene visto come normale amministrazione, ma per me continua ad essere una cosa totalmente fuori dal normale. Le cattive abitudini vanno cambiate. Dobbiamo proteggere maggiormente il mondo Inter.” Dopo un anno dove esce di tutto, è evidente che non ci possa essere sintonia.

MAI INTERISTA - Il problema è che Antonio Conte non ha ancora vinto nulla ed è probabilmente un problema per come è visto per il passato juventino. Come per Sarri a Torino, dove però la Juve tende a proteggerlo al netto di un passato napoletano, non ci sarà mai piena sintonia con una piazza che deve tornare a vincere. Sarri ha vinto, ma è la monotonia, la normalità. Conte non ha vinto, è la stessa cosa. Il rischio quindi è che per entrambi l'Europa sia troppo importante nella valutazione per una prossima stagione.

ESONERO O AMMISSIONE DI COLPA? In questo momento l'Inter è di fronte a un bivio. C'è la possibilità di salutare Conte già adesso, oppure alla fine della stagione. Oppure ammettere che qualcosa va cambiato, più fuori che dentro il campo. Ed è sicuramente una gestione sballata quella dell'Inter, quasi sempre nell'occhio del ciclone. Lo era anche per Mourinho, che riuscì a fare da parafulmine due anni e poi decise di salutare all'apice, ma lo avrebbe fatto comunque. Ora c'è Conte. Perché il primo anno può fare da parafulmine, "ma qui nessuno è scemo".

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