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Il paradosso di Luis Alberto: elogiato in Italia, ignorato in Spagna

Il paradosso di Luis Alberto: elogiato in Italia, ignorato in Spagna TUTTO mercato WEB
© foto di Insidefoto/Image Sport
lunedì 26 ottobre 2020, 09:15Serie A
di Riccardo Caponetti
fonte Dall'inviato a Roma

Sta vivendo un momento pazzesco, Luis Alberto, l'uomo in più della Lazio. È l'unico insostituibile nello scacchiere di Inzaghi, che può fare a meno di tutti tranne che del dieci spagnolo. Il fulcro del gioco, l'uomo chiave per accendere la macchina biancoceleste. Superati i problemi legati a una lunga pubalgia, il 28enne andaluso è esploso e ha raggiunto livelli altissimi. L'anno scorso ha vinto la classifica degli assist in Serie A, battendo per uno il Papu Gomez, e in questa stagione è ripartito alla grande. Sabato sera contro il Bologna ha trascinato la Lazio, orfana dell'altro big Milinkovic, segnando anche il momentaneo vantaggio. Con un gol che è il manifesto del suo talento: ha recuperato palla su Danilo a centrocampo, l'ha portata verso la porta e proprio quando tutti si aspettavano il passaggio per Immobile, con l'esterno ha fatto il tunnel a Schouten prima di calciare una missile sotto la traversa. Quando tocca palla, sembra fermarsi tutto il contorno. Poi c'è l'altra faccia della medaglia, quella del ribelle, che dopo ogni rete esula in modo polemico. L'ha fatto anche sabato: contro chi, non si sa. C'è chi dice che è contro la critica in generale o chi sostiene che fosse rivolto verso qualche dirigente per delle questioni interne ancora irrisolte. È fatto così, Magic Luis, la cui qualità non si discute.

Per questo - rendimento alla mano - stupisce come sia possibile che l'unica e ultima convocazione della nazionale spagnola risalga al novembre del 2017, quando in panchina c'era Lopetegui. Da quella annata, Luis Alberto con la Lazio ha segnato 23 gol e firmato 38 assist. Celebrato in Italia, ignorato in patria. È anche vero che la Roja è ricca di centrocampisti e trequartisti dai piedi educati, ma il Luis Alberto visto negli ultimi tempi è un giocatore superiore. Uno che ha dimostrato di poter far la differenza contro tutti e non solo di fronte a squadra poco blasonate. Perché è stato magistrale anche in Champions contro il Borussia Dortmund, non l'ultimo club arrivato. Alla prossima pausa per le nazionali mancano quattro partite, di cui due a livello europeo (Bruges e Zenit): Luis Enrique farebbe bene a tenerlo sott'occhio.

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