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Juve, gli allenatori di Andrea Agnelli: la svolta con Conte, Allegri il tecnico simbolo

Juve, gli allenatori di Andrea Agnelli: la svolta con Conte, Allegri il tecnico simboloTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 29 novembre 2022, 13:53Serie A
di Ivan Cardia

Inizia con Luigi Delneri, svolta con Antonio Conte, finisce con Massimiliano Allegri. Dal punto di vista degli allenatori, la traiettoria della Juventus di Andrea Agnelli, che si è dimesso ieri sera dopo dodici anni di presidenza, è questa qui.

Il primo: Delneri. Arrivato insieme alla coppia Marotta-Paratici dalla Sampdoria, il tecnico di Aquileia non è riuscito a riproporre in bianconero la magia blucerchiata. In bianconero nella stagione 2010/2011: 50 panchine complessive, soltanto 20 vittorie. E il settimo posto a fine campionato.

La svolta: Conte. Invocato per anni dalla tifoseria, l'ex capitano è stato l'uomo della svolta, soprattutto in campo italiano. Tre stagioni, tre scudetti: 102 panchine complessive in bianconero, un'incredibile 67,55 per cento di vittorie. L'anno iconico rimarrà per sempre il primo, quello delle zero sconfitte e di un tricolore inatteso. Saluta sbattendo la porta dopo aver concluso il campionato a 102 punti.

Max andata e ritorno. Con Allegri è iniziata tra le uova e ora qualche tifoso juventino replicherebbe volentieri. Nel mezzo, però, l'allenatore simbolo delle vittorie di Andrea Agnelli: cinque scudetti, quattro supercoppe, due coppe Italia. E due finali di Champions League, che restano l'apice mai raggiunto dalla Vecchia Signora in questi dodici anni di regno. Poi il bis, sinora meno felice: quarto alla fine dello scorso campionato, adesso insegue una rimonta complicata. In totale, alla data attuale, 344 panchine juventine: di più, soltanto Lippi e Trapattoni.

Maurizio Sarri e Andrea Pirlo. Le icone di quello che non ha funzionato negli ultimi anni. Col toscano, colpo di fulmine e rottura: vince lo scudetto, se ne andrà dopo una lunga e tormentata crisi di rigetto, 52 panchine dopo. L'ex Maestro sarebbe dovuto essere il colpo di genio di Agnelli: è durato soltanto un anno, non particolarmente entusiasmato.

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