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La frecciata di Cristiano Ronaldo a Massimiliano Allegri

La frecciata di Cristiano Ronaldo a Massimiliano Allegri
© foto di www.imagephotoagency.it
lunedì 21 ottobre 2019, 16:30Serie A
di Marco Conterio
fonte dal nostro inviato all'Allianz Stadium di Torino

Una domanda e si sfila le cuffie, Cristiano Ronaldo da Madeira. Niente traduzione, l'italiano lo capisce ma parla in inglese. L'escamotage è da intervistato scafato, da chi sul futuro dice che "l'età è un numero" e non risponde a chi gli chiedeva se farà tutti i quattro anni alla Juventus. Da chi quando gli si chiede di Dybala, Higuain, Matuidi, generalizza e mai specifica, al grido de "l'importante è la squadra", e poi vincere, comunque, altro che partecipare. Non era in conferenza stampa da un anno, dai tempi del caso Mayorga e da Manchester, dalla terra in cui l'ha consacrato prima dell'esplosione madrilena. Si è seduto accanto a Maurizio Sarri, oggi, in una scena che sembra ora consuetudine ma che è storia di Olimpo e polvere, gavetta e benedizione divina. Che s'incrociano, Ronaldo in tutta la sua perfezione, Sarri in quel che è sempre stato. L'allenatore con la tuta, che dell'immagine non ha mai fatto un'ossessione, tutt'altro.

La frecciata ad Allegri Che è sottaciuta ma ben gridata, sorriso e orecchino brillanti. "Abbiamo più fiducia. Abbiamo più occasioni. Siamo più offensivi". Poi il carico. "Abbiamo cambiato per migliorare". Da Allegri a Sarri, figli di un gioco diverso, non maggiore o minore, però sicuramente differente negli addendi per adesso e nel risultato chissà. Il pragmatismo del livornese, uno in più e buonanotte ai giochisti, la filosofia di Sarri il cui gioco è sinfonia, crescendo, occasioni e tritacarne. Ronaldo ha messo nel mirino il gioco, perché sì vincere e non partecipare, ma pure convincere e divertirsi. La definizione di my exhibitions, più volte usata, è esemplificativa. Personale e personalizzata. Ronaldo che si diverte, Ronaldo che dà spettacolo. Non vincere col solo scopo di farlo ma con tutto quel che al portoghese regala gioia. "Segnare, far gol, vincere le partite".

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