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Perché Vavro non gioca nella Lazio

Perché Vavro non gioca nella Lazio
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
mercoledì 13 novembre 2019, 09:00Serie A
di Riccardo Caponetti
fonte Dall'inviato a Roma

Tutte le sue qualità ancora non sono emerse. È prematuro quindi dare un giudizio definitivo su Vavro, arrivato al 5° mese di Lazio, che in estate lo ha prelevato dal Copenaghen per l’ingente somma di 12 milioni di euro. Un investimento importante tanto da renderlo il 3°difensore più costoso della storia biancoceleste dopo gente dal calibro di Stam e Mihajlovic. "Allora perché non gioca?". "Ha sbagliato acquisto Tare?". Le domande legittime da porsi, perché il suo rendimento parla chiaro. In campionato ha giocato appena 62’ minuti (42’ con la SPAL e 20' con la Sampdoria): addirittura dal 19 settembre in poi non è più sceso in campo in Serie A. Diverso il discorso in Europa League, dove è stato messo titolare 4 volte su 4, saltando solo gli 8’ minuti finali col Celtic giovedì. Il totale si contato 6 presenze e 414’ sui 1440’ totali. Un bottino troppo risicato e magro per difensore più pagato dall'era Lotito.

Ciò stupisce perché - sulla carta - era stato preso per risolvere il problema difensivo e per dare sicurezza a un reparto considerato da sempre il proprio Tallone D’Achille. E invece, 5 mesi dopo il suo arrivo, Inzaghi continua a puntare su Patric, Luiz Felipe e Bastos lì sul centro-destra, la posizione che in teoria sarebbe dovuta essere di Vavro. Detto che non si sono ancora viste tutte le sue qualità, che per un difensore i tempi di ambientamento sono più lunghi e che le ultime prestazioni danno l’impressione che stia crescendo, c’è alla base un problema più grande. Un'incomprensione tecnico-tattica. Vavro è un difensore centrale, non fa di ruolo il terzo di destra in un 3-5-2. O meglio, lo può fare, ci si può adattare, ma Inzaghi vuole un giocatore con altre caratteristiche per affiancare Acerbi. Preferisce la tecnica alla fisicità. La rapidità alla forza atletica. Perché il credo del tecnico, su cui ha sviluppato la fortuna del gioco biancoceleste, impone un possesso palla fin dalla difesa.

Una costruzione rischiosa dal basso, da Strakosha, per attirare fuori gli avversari e colpire con più campo a disposizione, considerando anche la predisposizione di Correa e Immobile a fare male nello spazio. In più c'è bisogno di velocità per difendere a campo aperto sulla fascia, dove spesso si creano situazioni di 1 vs 1. In tal senso si spiegano le scelte del tecnico, che a Vavro lì sul centro-destra gli preferisce i soliti nomi che da anni si alternano. In campionato Luiz Felipe ci ha giocato 7 volte, Patric 4 mentre Bastos soltanto conto il Milan a San Siro. Avere un giocatore funzionale e completamente idoneo lì permette alla squadra di impostare il proprio piano gara, facendo leva sui propri punti di forza. Ecco spiegato perché Vavro non trova spazio nel terzetto e dunque viene da chiedersi l'utilità del suo acquisto. Ma siamo ancora all'inizio, il campo potrebbe smentire e far cambiare opinioni a molti. In più lo scenario potrebbe cambiare se Inzaghi dovesse riutilizzare più spesso Acerbi a sinistra (come in Europa League e con il Lecce): in questo modo si libererebbe lo slot al centro, dove lo slovacco si trova più a suo agio.

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