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Il Venezia Deloitte presentano il report "Beyond Football: il connubio tra Club e Città"

Il Venezia  Deloitte presentano il report "Beyond Football: il connubio tra Club e Città"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
mercoledì 20 marzo 2024, 11:04Serie B
di Claudia Marrone

"In un Paese in cui appena il 18% degli italiani pratica sport almeno una volta a settimana (in confronto a una media europea del 23%) e il 43% si dice poco soddisfatto delle infrastrutture per lo svolgimento dell’attività sportiva (media europea del 30%), i club calcistici vengono considerati come attori credibili in grado di fornire un supporto decisivo nello sviluppo delle città. Ben 9 italiani su 10 ritengono, infatti, che le società di calcio possano contribuire a generare valore condiviso con la comunità e il territorio, andando oltre la dimensione sportiva. Le quattro aree di intervento più gettonate riguardano le infrastrutture per svolgere attività fisica (58%), le aree verdi (46%), la pulizia e il decoro urbano (33%), la sicurezza in termini di criminalità e sicurezza stradale (26%)": come si legge sui canali ufficiali del club, questi dati emergono dal report “Beyond Football: il connubio tra Club e Città”, presentato dal Venezia in collaborazione con Deloitte (una delle più grandi realtà nei servizi professionali alle imprese in Italia), con l’intento di cogliere le tendenze e il percepito sulla vita in città dei cittadini attraverso un’indagine demoscopica a livello nazionale ed europeo in Italia, Germania, Regno Unito, Francia e Spagna.

Per quel che concerne il nostro paese, spiega la formazione lagunare, solo il 7% dei cittadini risulta pienamente soddisfatto della qualità della vita nella città in cui vive, ed ecco che in questo contesto si inserisce il calcio, con le società che hanno la possibilità di "generare concretamente un impatto in termini socioeconomici nei contesti cittadini. Ben 8 italiani su 10 si dichiarano interessati alle iniziative a sfondo sociale e a progetti in infrastrutture civiche slegate dal calcio in senso stretto. L’interesse è anche rivolto ai progetti di rigenerazione urbana, legati al rinnovo delle infrastrutture del club (stadio e centro sportivo), come dichiarato 3 italiani su 4. Inoltre, il calcio vanta una componente dal forte valore sociale che vede 6 italiani su 10 associare al gioco del calcio valori positivi come spirito di sacrificio, integrazione sociale e lealtà e permette alle persone di sentirsi parte di una comunità, come sostengono 6 tifosi su 10.

All'evento, era presente anche il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi: "Il rapporto di un club con la città è indissolubile, non si ferma alla semplice partita di calcio. Bisogna saper interpretare nel modo giusto questo legame, intimo, viscerale che va ben oltre il risultato sportivo. La società che funziona è quella che, nella buona e nella cattiva sorte, integra il pubblico nel progetto sportivo, che assume quindi una caratterizzazione sociale. Il calcio è un fenomeno popolare, collettivo che, al tempo stesso, può e deve avere una valenza educativa straordinaria".

Con lui Michele Uva, UEFA Social & Environmental Sustainability Director: "Non possiamo negare che il calcio sia un fenomeno di accelerazione verso il futuro e deve essere anche un fenomeno di cambiamento di approccio e di contribuzione allo sviluppo di un territorio e di una comunità. Il connubio tra calcio, città e comunità infatti è assolutamente naturale e passa attraverso la sostenibilità. La UEFA ha una grande responsabilità perché tocca 55 nazioni in Europa, 700 club nelle top leagues, circa 250.000 società dilettantistiche e 25 milioni di tesserati, qualsiasi nostra azione può avere un impatto su questa enorme platea. Dobbiamo essere un driver positivo di cambiamento verso le nostre comunità, anticipando dei trend di natura sociale sul nostro territorio, senza aspettare di subirne gli aspetti negativi. Gli stakeholders nel calcio iniziano a capire l’importanza del loro ruolo in quanto acceleratori del cambiamento, attraverso la responsabilità sociale, la sostenibilità ambientale, sportiva, finanziaria e culturale. Per una società sportiva di vertice, lavorare insieme alla comunità, alle istituzioni, alle città e con le società limitrofe deve essere un fattore trainante; serve buon senso, anticipando il cambiamento con visione e concretezza passando attraverso gli investimenti perché non c’è futuro senza investimento".

Sono poi intervenuti il MDMO Sport Leader Deloitte Luigi Onorato, il vicesindaco di Venezia Andrea Tomaello e lo Sporting Director & General Manager Venezia Filippo Antonelli: "Il potenziamento delle infrastrutture porta con sé naturalmente una migliorata fruizione, da parte dei tifosi e della comunità in generale, dello stadio e del nostro nuovo centro sportivo. È evidente che queste opere abbiano inevitabilmente un impatto sull’area circostante, oltre a rappresentare luoghi di aggregazione, migliorando il livello della sicurezza e della pulizia delle strade. Nel nostro caso, l’aver ristrutturato il Penzo ha migliorato notevolmente l’esperienza dei tifosi allo stadio e il lavoro svolto a Ca’ Venezia è sotto gli occhi di tutti. Questa struttura ci consente di ottimizzare il lavoro del club, unendo in un unico luogo tutte le componenti della società, dall’area amministrativa a quella sportiva, passando per il settore giovanile a femminile. Uno degli obiettivi principali del Venezia FC inoltre è l’implementazione di elementi di responsabilità ambientale, sociale, e governance. Siamo impegnati a sfruttare il potere culturale unico del calcio per fungere da veicolo per il progresso sociale, sostenendo la diversità, l’uguaglianza, l’inclusione e l’armonia al’ interno della nostra comunità. Riteniamo fondamentale che un club si impegni concretamente a supportare le fasce più fragili della popolazione del proprio territorio, lavorando in sinergia con scuole e associazioni locali".

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