Inter, ora la crisi è aperta. Inzaghi confermato, ma Marotta attende l'inversione di rotta

L'analisi della crisi è servita, ma è anche appena iniziata. La sconfitta di Udine è l'ennesimo ko dell'Inter, il terzo in campionato dopo quelli contro Lazio e Milan. Battuta d'arresto brutta, perché conferma ulteriormente limiti già palesati dalla squadra di Simone Inzaghi, adesso alle prese anche con la complicata gestione del gruppo. Sotto accusa per i cambi, schematici, il tecnico nerazzurro è stato però confermato dalla società.

Ora la sosta, poi risposte. Rispetto al confronto molto ampio post-Bayern, in questo caso Marotta, Ausilio e la dirigenza parleranno con Inzaghi, ma in maniera diversa. Se quello era un argine contro una deriva preoccupante, adesso è il momento di interrogarsi sulle possibili soluzioni tecniche, con l'ombra dell'esonero lontana, almeno per il momento. Inzaghi, che da mercoledì riprenderà il lavoro ad Appiano ma soltanto con otto giocatori - compresi il rientrante Lukaku e l'infortunato Calhanoglu - è chiamato a un'inversione di rotta prima del Mondiale. La sosta di novembre, infatti, durerà quasi due mesi e offrirà tutto il tempo, a chi vorrà, di cambiare, come se iniziasse una nuova stagione. Alla quale l'Inter deve arrivare nettamente meglio di come stia oggi.

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