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TMW RADIO - Donati: "In Scozia all'inizio volevano fermare tutto, ora ci stanno ripensando"

TMW RADIO - Donati: "In Scozia all'inizio volevano fermare tutto, ora ci stanno ripensando"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 23 aprile 2020, 19:55Altre Notizie
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
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Massimo Donati, vice allenatore del Kilmarnock, ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex centrocampista Massimo Donati, oggi vice-allenatore del Kilmarnock in Scozia, parla così in collegamento con Stadio Aperto su TMW Radio: "Le serie inferiori sono concluse, con la prima promossa e l'ultima retrocessa, sulla Premiership stanno valutando anche per un discorso economico. All'inizio volevano fermare tutto dando il titolo al Celtic e facendo retrocedere gli Hearts, ma ora stanno discutendo. Questo è un problema ma non così grosso, il calcio è una cosa bella ma è un di più, la salute viene prima di tutto. L'importante è che stiano tutti bene, se si potrà riprendere bene, sennò ci si organizzerà per la prossima stagione".

Che differenze nelle misure tra Scozia e Italia?
"Qui è iniziato tutto un due-tre settimane dopo l'Italia, in questi giorni infatti i numeri dei casi sono più elevati. Le restrizioni invece non sono mai state simili a quelle italiane: si poteva andare a correre senza problemi, chi vuole fare la spesa non ha bisogno dell'autocertificazione né c'è l'obbligo della mascherina. C'è un rispetto delle regole molto elevato. Difficile dare un giudizio, sicuramente sentendo e leggendo quello che arrivava dall'Italia, non c'è mai stata chiarezza sul da farsi, ma è chiaro che questa situazione ha trovato tutti impreparati. Si fa fatica a capire ed accettare tante cose, sicuramente c'è tanta gente in difficoltà ora perché non lavora, e parlo soprattutto dell'Italia. Il Governo deve fare qualcosa, altrimenti si andrà incontro ad altri problemi ancora più grossi, la gente morirà per altri motivi".

Come struttureranno la ripresa da voi?
"Il Governo copre l'80% degli stipendi, e non solo nel calcio ma in generale ad aziende e imprese cui rimane da mettere il restante 20%. Per ripartire è normale che serva l'aiuto degli Stati, ho amici in Olanda che mi dicono che anche lì è la stessa cosa".

C'è stata preoccupazione o paura per i suoi calciatori?
"I sanitari della nostra squadra hanno subito voluto tranquillizzare dicendo che è una cosa seria ma che si può curare. Così non si è creato allarmismo, poi tutti sono stati bravi rimanendo a casa per prendersi cura delle loro famiglie, e da noi non c'è stato nessun caso".

Come vede il dibattito del calcio italiano?
"Trovare tutti d'accordo è impossibile: ci deve essere un gruppo di persone che decida per tutti, cercando la logica e senza guardare agli interessi dell'una o dell'altra squadra, per non creare problemi di salute".

Le piacerebbe la soluzione di giocare le stagioni sull'anno solare?
"Complicato, anche se non impossibile. Bisognerà rischedulare tutte le partite di questo e del prossimo campionato: si potrebbe fare se venisse tutto posticipato negli anni successivi".

C'è preoccupazione per la Serie C e le altre leghe inferiori.
"Tante società avevano problemi già prima del virus, figuriamoci ora... Ci sono persone che devono prendere decisioni e aiutare queste società in difficoltà, facendo il massimo per garantire loro di riprendere o perlomeno di sopravvivere, altrimenti spariranno scuole calcio e società minori".

Come trascorre le giornate?
"Con i bambini, la mattina si fanno i compiti. Poi vado a correre per un'oretta ogni giorno, con qualche esercizio. Guardo film, partite e giocatori, che magari la stagione ricomincia. Così cerco di passare il tempo".

In Italia un problema per l'istruzione è che alcuni alunni non hanno mezzo per fare lezione online. Lì?
"Neanche qui si parla di riaprire le scuole, al massimo per agosto, periodo normale di riapertura. Credo che l'annata si possa considerare conclusa, seppure siano molto organizzati per le lezioni online".

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