Brentford, Toney: "Mai dubitato che sarei tornato. Tonali? Non voglio fargli la predica"

Ivan Toney, attaccante del Brentford, ha rilasciato un'intervista al Daily Mail dopo la fine della sua squalifica di 10 mesi dovuta al caso scommesse in cui era stato coinvolto: "Non ho mai dubitato che sarei tornato. E volevo assicurarmi che tornasse un Ivan diverso. Mi dispiaciuto per un po', ma poi questa cosa è scomparsa. Non c'è tempo per dispiacermi per me stesso, ci sono cose che devo fare, cose che devo dimostrare e cose su cui devo tornare più forte".

Toney prosegue: "Non c'era alcuna tentazione di dire 'fottetevi tutti'. Era un qualcosa lontano da questo. Ci sono persone che lottano per la propria vita in altri paesi e non sanno da dove verrà il loro prossimo pasto, cose del genere. Per me l'unica cosa importante era che non potevo giocare a calcio, che in un certo senso è un lusso. All'inizio mi sentivo sconvolto, ma la vita va avanti. Essere papà ti aiuta a essere più maturo al riguardo. Essere più maturi in campo. Aiutare gli altri. La mia forza viene dalla mia famiglia. Siamo tutti individui piuttosto forti e personalità forti. Fin da piccolo ho visto i miei genitori non avere davvero nulla. Sono cresciuto pensando che 'potrebbe sempre andare peggio'.

Toney parla anche del Brentford: "Siamo in un momento difficile al momento e penso che alcuni ragazzi non siano al massimo della forma, quindi spero di poter aiutare le persone a tornare alla forma di cui sono capaci e aiutare la squadra vincendo le partite".

Toney poi entra nello specifico e parla delle scommesse effettuate in passato: "Quanto ho perso? Buona domanda, non saprei dirlo. Non potrei letteralmente. Più ci penso, più mi soffermo sul passato. Ti perseguiterà ancora di più e ti addolorerà. Non ho scommesso su nient'altro che sul calcio. Forse un cavallo al Festival di Cheltenham, ma niente di più. Il passato è passato, quindi perché lasciare che ti ferisca? Una volta ero a una stazione di servizio con la mia famiglia e dei giovani iniziarono a ridere e a chiedermi se stessi puntanto 10 dollari su una partita. Le persone che hanno fatto questo in macchina le ho raggiunte nel parcheggio. Mi sono avvicinato a loro e ho detto: 'Cosa avete detto?'. E sono scappati. Tutti sono duri quando non sai chi lo dice, ma nessuno mi ha mai detto niente in faccia su queste cose. Tutti dicono sempre cose in sottofondo. A volte ho la testa calda, ma se qualcuno lo dicesse adesso mi limiterei a ridere. Non mi importerebbe. Tutti avranno un'opinione. Potrei segnare da qui a fine stagione, 30 o 40 gol, e la gente parlerebbe ancora di stupidaggini sulle scommesse, non di gol. La vita è proprio così. Non posso lasciare che questo mi impedisca di essere la versione migliore di me stessa".

Infine ha detto la sua sul caso Tonali: "Non voglio fargli la predica. Sono felice che gli sia stato permesso di allenarsi con la squadra. Farà bene alla sua salute mentale. Spero che se la passi bene e torni più forte. Il mio futuro? Tutti sanno che mi piacerebbe giocare per una grande squadra ed essere in cima al campionato, giocando con i migliori. Sono un giocatore del Brentford in questo momento e fino a quando non arriverà quel momento, che sia in questa finestra o alla fine della stagione o ogni volta che accadrà, allora così sia, ma in questo momento sono un giocatore del Brentford e questo è il mio obiettivo. Cosa spero da sabato? Si spera di tornare a referto. Questa è la cosa principale. Non vedo l'ora. Non vedo l'ora. Ovviamente è presto, ma giocare per l'Inghilterra agli Europei è un obiettivo. Se miri a questo, allora avrai sempre la possibilità di essere dentro e intorno ad esso. L'obiettivo principale è giocare bene, provare a segnare gol, vincere le partite e far salire la squadra in campionato".