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TMW RADIO - Fontanella: "Federcalcio Malta voleva darci 1200 € al mese, il mio club ha detto no"

TMW RADIO - Fontanella: "Federcalcio Malta voleva darci 1200 € al mese, il mio club ha detto no"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
mercoledì 15 aprile 2020, 19:28Calcio estero
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020
Mario Fontanella, attaccante Valletta, sull'emergenza Coronavirus a Malta. In studio Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Mario Fontanella, attaccante italiano che ha trovato fortuna calcistica a Malta ormai da quasi cinque anni, prima con la maglia del Floriana e adesso col Valletta, è intervenuto in diretta nel corso della trasmissione Stadio Aperto su TMW Radio, cominciando nella sua riflessione analizzando la situazione sulla piccola isola del Mediterraneo a sud dell'Italia: "Sono qui a Malta con la mia famiglia. Ho una parte di essa a Napoli, quindi seguo da vicino quello che sta succedendo. Nell'isola ci sono 400 casi, hanno chiuso subito aeroporti e porti, e qui la maggior parte di persone è legata al turismo. Siamo in semi-quarantena, non è come l'Italia: io la mattina posso allenarmi, seppur da solo. Solo bambini, donne incinte e anziani non possono uscire, ma comunque le persone si stanno comportando bene perché in strada non vedo quasi nessuno".

Cosa dicono i parenti da Napoli?
"Che è difficile, purtroppo si vive in un clima di terrore, di paura. Escono solo per prendere qualcosa da mangiare, hanno 60 anni e hanno paura, perché rischiano più rispetto a noi giovani. Io ho mia moglie e mia figlia qui con me, ma mi dispiace non poter fare niente per loro. Mio padre non lavora da un mese e mezzo... Purtroppo sono stati colpiti tutti, mi sento impotente".

Come sono le strutture sanitarie a Malta?
"Sono qua da 5 anni, c'è un ospedale grandissimo, il Mater Dei. Hanno bloccato tutto subito, e penso che sia questo il motivo per cui abbiamo così pochi casi, si sono organizzati molto bene".

Forse in un'isola è anche più facile...
"Sui 400 casi penso che almeno la metà siano tornati a Malta da viaggi all'estero. Bloccati quelli, sono rimasti pochi: ci sono 7-8 casi al giorno in media, non è quasi niente".

Come si è arrivati allo stop del campionato maltese?
"L'ultima partita la si è giocata il 7 marzo. Oggi giorno arrivavano notizie diverse, anche sulla ripresa: prima era il 5 aprile, poi il 15, adesso alcune voci dicono inizio maggio... Fondamentalmente mancano sei partite di campionato, più la coppa, dove siamo in semifinale. Pure a giugno e con le porte chiuse, ma credo proprio lo faranno finire".

Quanto soffriranno le realtà maltesi?
"Il calcio, pur nel suo piccolo, è colpito come in Italia. Stando fermi capisci che hanno difficoltà nei pagamenti vari, e ancora non si sa come andrà a finire. Rispetto ai dilettanti italiani però siamo più tutelati, perché abbiamo un contratto UEFA. Non prendiamo gli stessi soldi dei protagonisti della A, ma con un po' di buonsenso credo proprio che arriveremo ad un accordo collettivo. Si deve capire, in Italia, che tra le tre categorie ci sono differenze di stipendi abissali".

Dal Valletta le hanno detto qualcosa?
"Alcuni club, fortunatamente non il mio, hanno già trovato un accordo con la federazione maltese sulle modalità di pagamento, ma senza contattarci. La loro idea è inammissibile, abbiamo dato una contro-proposta dall'associazione dei calciatori. Era emerso che volessero pagarci 1200 euro al mese, avevano trovato questa cifra forfait... Ma neanche l'affitto di casa riuscivamo a pagarci. Non ci si può approfittare, e neanche prenderci per fessi. A quella riunione l'assocalciatori non c'era, e ora ha mandato la sua proposta. Queste cose andranno per le lunghe".

Queste situazioni portano a qualche riflessione particolare?
"In questo periodo brutto, già la fortuna di poter stare a casa con la mia famiglia vale tantissimo. Vedo mia figlia tutti i giorni, posso recuperare un po' di tempo con lei. Spero che tutto si risolva nel miglior modo possibile, io ho la fortuna di stare nel miglior club di Malta, non mi è mai mancato niente. Anche loro avevano capito la situazione inaccettabile dal nostro punto di vista: il lato economico non mi preoccupa".

Cosa l'ha colpito di più di questi giorni?
"Vedere che siamo tutti in gabbia. Prima non apprezzavamo tante cose, ora invece stiamo iniziando a farlo. Le video-chiamate non sono mai state fatte in così grande numero, poter vedere tre-quattro volte al giorno la propria famiglia è una cosa bella. Non so quante mie vecchie partite mi sto riguardando: da impazzire veramente".

Come potrà ripartire il calcio in Italia?
"Il calcio è la principale fonte di guadagno per le nazioni. Siamo sì ben pagati, ma siamo umani e possiamo infettare i nostri cari. Non si può sentire ogni giorno la ricerca delle nuove date per la ripresa del campionato: il 4 maggio è tra quindici giorni... I calciatori, poi, non dovrebbero rivedere le loro famiglie per 4-5 mesi. I soldi che perderemo, poi, tanto li recupereremo in qualche modo".

Quanti stranieri ci sono nelle squadre, e quanti sono rimasti a Malta?
"Nella rosa possono essercene sette. Avendo la fortuna di giocare a Valletta siamo rimasti qui, ma la maggior parte degli stranieri di altre squadre se ne sono andati via. Si rischia di sfidare squadre fatte con la primavera, e potrei anche segnare sette gol a partita, vincendo il campionato, ma con che gusto?".

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