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Ci confermiamo mangiallenatori: in Serie A cambiati 10 tecnici, in Premier solo 3. Sarri e un gesto d'altri tempi: è stato scaricato dalla squadra dopo Monaco di Baviera

Ci confermiamo mangiallenatori: in Serie A cambiati 10 tecnici, in Premier solo 3. Sarri e un gesto d'altri tempi: è stato scaricato dalla squadra dopo Monaco di Baviera TUTTO mercato WEB
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mercoledì 13 marzo 2024, 16:14Editoriale
di Raimondo De Magistris

Dopo 28 giornate di Premier League in Inghilterra sono stati cambiati tre allenatori. L'ultimo, Roy Hodgson, è stato allontanato dal Crystal Palace soprattutto a causa delle sue precarie condizioni di salute. L'iniziale idea degli eagles era quella di andare avanti con lui fino a fine stagione per poi dar spazio solo dalla prossima estate a Oliver Glasner: il malore accusato circa un mese fa da Hodgson ha fatto il resto.
La altre due società che hanno cambiato sono lo Sheffield United, 14 punti in 28 partite, e il Nottingham Forest, società che dopo due estati di campagne acquisti faraoniche sperava in ben altra stagione. Resiste il manager del Burnley Vincent Kompany, nonostante un ultimo posto in coabitazione con lo Sheffield e una media di 0.5 punti a partita.

In Italia sarebbe impensabile. E infatti la Salernitana che ha la stessa media punti del Burnley di allenatori ne ha già cambiati due e anche Fabio Liverani rischia seriamente di non concludere la stagione. La società di Iervolino non è l'unica che ha già cambiato due volte tecnico durante questo campionato: l'altra è l'altra campana del massimo campionato italiano, è quel Napoli che a suon di scelte sbagliate ha subito reso lo Scudetto un ricordo lontano.
Dopo l'ultimo turno di Serie A sono dieci gli allenatori che hanno già salutato e mancano ancora dieci giornate. Se non è un record poco ci manca. La testata data a Henry è costata a D'Aversa un posto che era già traballante, la mancata reazione di Immobile e compagni dopo Monaco di Baviera ha portato alle dimissioni di Maurizio Sarri, allenatore che ieri - senza nemmeno consultare Lotito - ha scritto la parola fine sulla sua avventura biancoceleste.

Proprio Sarri merita una menzione per quanto deciso dopo i silenzi della squadra alla sua richiesta di fiducia. Innanzitutto perché, nonostante i dieci cambi di allenatore, è il primo a dimettersi. Ha rinunciato a quindici mesi di contratto, ha lasciato sul piatto circa cinque milioni di euro dopo aver capito che non aveva più il polso della situazione. Una scelta che merita un plauso, a prescindere da come la si pensi su di lui. Sull'uomo, sull'allenatore e sul suo operato. Perché Sarri che spesso ha polemizzato per la direzione presa dal calcio moderno è stato ieri coerente con le sue perplessità. Un gesto d'altri tempi, tempi in cui gli uomini e i rapporti contavano più dei soldi e dei contratti.

La media in questa Serie A è di un cambio di allenatore ogni tre partite, anche qualcosa meno. E ancor di più ne cambieranno la prossima estate perché per molti il mandato era a tempo, mentre per altri si aspetta solo fine stagione per comunicar loro il benservito. E poi ci sono gli allenatori in rampa di lancio - Thiago Motta, Italiano e Palladino - ambiti in Italia e non solo.

Menzione finale per i traghettatori Daniele De Rossi e Francesco Calzona. L'ex Capitan Futuro chiamato a metà gennaio quasi esclusivamente per placare il tifo giallorosso dopo l'esonero di Mourinho ha conquistato sette vittorie e tre pareggi in undici partite. All'Olimpico ha dato una lezione al gettonatissimo Roberto De Zerbi e adesso, meno di due mesi dopo l'inizio del suo mandato, si sta giocando nel migliore dei modi le possibilità di conferma. Anche se non è ancora ben chiaro chi dovrà giudicare il suo operato.
A Napoli Francesco Calzona è stato la prima (l'unica?) scelta giusta di De Laurentiis in una stagione di decisioni sciagurate. Il Napoli oggi gioca meglio di un mese fa, è una squadra che sta ritrovando coraggio e trame offensive. Le lacune difensive però sono ancora lì, a rimarcare tanto di ciò che non è stato fatto la scorsa estate ma anche a gennaio. Calzona è l'ultimo dei colpevoli per l'eliminazione dalla Champions e la conseguente mancata qualificazione al Mondiale per Club 2025, ma potrebbe essere il primo a pagare l'amara notte del Montjuic.

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