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esclusiva

San Marino, Selva: "Siamo fermi, la passione sta affievolendo"

ESCLUSIVA TMW - San Marino, Selva: "Siamo fermi, la passione sta affievolendo"
© foto di Gianluigi Rossi
venerdì 6 settembre 2019, 19:42Europa
di Dimitri Conti
fonte dall'inviato Francesco Benvenuti

Andy Selva, attaccante che ha fatto la storia di San Marino essendo il capocannoniere nella storia della nazionale, ed oggi allenatore, ha parlato in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com: "I numeri dicono che sono una leggenda, penso sia appropriato chiamarmi così a San Marino. La partita col Belgio mi stimolava sempre molto, perdemmo 1-2 in casa e 1-4 in casa quando segnai io, due ottime prestazioni. Ricordo con piacere che stavamo 1-1 all'intervallo, così come che l'unico a non salutarmi mai fu proprio il portiere del Belgio. Fu l'unico ad andare negli spogliatoi a testa bassa mentre tutti gli altri si complimentavano. Fu bellissimo quando poi vincemmo con il Liechtenstein, c'era la speranza di rivincere presto anche se poi purtroppo non è accaduto".

Lo stato di salute del movimento? "Purtroppo è fermo, si investe ancora poco sul settore giovanile e non deve essere così. Abbiamo le potenzialità per fare bene, UEFA e FIFA ci potrebbero dare le possibilità di crescere".

Come convivere con l'assenza di vittorie? "Parte molto difficile, specie per i professionisti. Penso al 7-1 preso dal Brasile in casa... Riattaccare la spina è dura. Per un dilettante invece è un pochino più facile".

È mancato qualcosa in carriera per arrivare in A? "Quando una storia finisce, come la fine della mia carriera, si tirano le somme. E penso che nel mio caso sia un 50 e 50: la somma di bravura e conoscenze, perché anche questo è il calcio italiano. I miei demeriti sono soprattutto caratteriali, ero un giocatore deciso e difficile".

Cosa deve fare San Marino? "Non deve mai mancare l'incoscienza. Questo vorrei rivedere nei giocatori di oggi, come quando con Mazza allenatore attaccavamo in sei".

Crescita lenta rispetto ad altri piccoli stati? "Non ci si fa mai questa domanda in casa... Serve girarla a chi è nella governance della federcalcio".

Riconoscimento di avversari da ricordare con piacere? "Ricordo quando morì Crescentini, e a fine partita venne Duff, giocatore del Chelsea a chiedermi dove giocassi, perché ero forte. Gli dissi di lasciar perdere e andarsi a bere una birra che era meglio!".

Cosa manca al campionato sanmarinese? "Tanto, è ancora un'incognita per quei professionisti che arrivano a fine carriera. Noi è da tanto che chiediamo il semi-professionismo, che potrebbe anche attirare giovani. Purtroppo però non comando io e non dipende da me".

Come si vive da allenatore? "Non pensavo, ma mi piace moltissimo trasmettere il mio vissuto. L'ho fatto con la squadra U17 della Lega Pro, anche se poi con la federazione è finita. Sono in attesa di una chiamata dall'Italia, la mia terra".

Ricordi migliori da calciatori? "Sassuolo e Verona sono le piazze che mi sono rimaste più impresse, ci ho vissuto momenti indimenticabili".

Rapporto tra abitanti e squadra? "Si sta un po' affievolendo questa passione, spero che non siano i risultati la causa. Speriamo già stasera di vedere il Serravalle pieno".

Meglio una nazionale o un club? "Mi piace allenare, basta un progetto serio. Ma realmente: spesso i progetti sono seri solo sui giornali".

Futuro dei giovani sanmarinesi? "Dopo la juniores i ragazzi vengono liberati, non essendoci la prima squadra. Speriamo che questo in futuro possa cambiare".

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