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Fiorentina, Terracciano e la parata da finale: "Difficile perché la palla è sbucata all'ultimo"
Pietro Terracciano, portiere della Fiorentina, ha parlato a Sky Sport dopo l'1-1 sul campo del Club Brugge valso per i viola l'accesso alle finali di Conference League: "La parata finale è stata molto complicata perché ho visto sbucare la palla all'ultimo e ho dovuto cambiare direzione. Una cosa così nel recupero dà una soddisfazione simile a quella per un attaccante quando fa gol. Percorso straordinario, la seconda finale consecutiva di Conference deve essere un orgoglio. Ora concentrati sul campionato, serve anche per preparare meglio la finale".
È rimasto sul pezzo fino all'ultimo.
"Normale che nel recupero si alzi la soglia di attenzione e concentrazione. Per tutti. È il nostro mestiere, non possiamo mollare di un centimetro perché sennò è gol...".
Sente di aver dovuto sfidare qualche scettico di troppo?
"Sono rogoglioso di me come persona e giocatore, non ho bisogno di togliermi sassolini. Chi critica ci sarà sempre, non smetterà domani. Ho sempre lavorato sodo, sono orgoglioso del mio percorso. Per me, per la mia famiglia e per i compagni".
Nel suo percorso quanto ha contato Italiano?
"Il mister è stato fondamentale. Anche dopo i trent'anni puoi crescere e migliorare e da tutti c'è stata massima disponibilità. So di essere un giocatore diverso da quando non conoscevo Italiano, non posso che essergli grato".
Spera in una maggior prudenza per la finale?
"Lo stile di gioco ci ha portato alla seconda finale... Non è questione di imprudenza, ci sono anche letture di singoli in cui noi dietro dobbiamo essere più bravi. È un percorso di tre anni in cui credo che nessuno possa lamentarsi. Ci sono poi momenti in cui soffri o le cose non girano nel verso giusto ma i pregi sono molti di più dei difetti".
È rimasto sul pezzo fino all'ultimo.
"Normale che nel recupero si alzi la soglia di attenzione e concentrazione. Per tutti. È il nostro mestiere, non possiamo mollare di un centimetro perché sennò è gol...".
Sente di aver dovuto sfidare qualche scettico di troppo?
"Sono rogoglioso di me come persona e giocatore, non ho bisogno di togliermi sassolini. Chi critica ci sarà sempre, non smetterà domani. Ho sempre lavorato sodo, sono orgoglioso del mio percorso. Per me, per la mia famiglia e per i compagni".
Nel suo percorso quanto ha contato Italiano?
"Il mister è stato fondamentale. Anche dopo i trent'anni puoi crescere e migliorare e da tutti c'è stata massima disponibilità. So di essere un giocatore diverso da quando non conoscevo Italiano, non posso che essergli grato".
Spera in una maggior prudenza per la finale?
"Lo stile di gioco ci ha portato alla seconda finale... Non è questione di imprudenza, ci sono anche letture di singoli in cui noi dietro dobbiamo essere più bravi. È un percorso di tre anni in cui credo che nessuno possa lamentarsi. Ci sono poi momenti in cui soffri o le cose non girano nel verso giusto ma i pregi sono molti di più dei difetti".
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