Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Lady Rugani riaccende i fari su Juventus-Inter, la partita che non si doveva giocare

Lady Rugani riaccende i fari su Juventus-Inter, la partita che non si doveva giocareTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
martedì 24 marzo 2020, 13:51Il corsivo
di Ivan Cardia

Juventus-Inter, per il calcio italiano, è diventata una partita simbolo, a suo modo. Non certo quanto Atalanta-Valencia, che abbiamo scoperto essere stato un fattore, non secondario, della diffusione del contagio da Coronavirus. Il derby d’Italia, però, è stata pietra di scandalo e terra di polemiche. Prima a porte aperte e poi chiuse, infine rinviata. Da ultimo giocata, l’8 marzo, senza pubblico sugli spalti ma con profluvio di abbracci e baci, tra i giocatori in campo. Prima che l’Italia si fermasse, prima della notizia del contagio di Daniele Rugani, quando anche il calcio ha fatto un tuffo gelido nella realtà delle cose che lo circondavano.

Le polemiche non finiscono mai. Di Juventus-Inter si è scritto tanto, molto prima che fosse giocata. Le presunte pressioni di Agnelli e gli attacchi di Marotta nei confronti di Dal Pino, presidente della Lega Serie A. I bianconeri, per questioni di portafogli e spettacolo più che di salute, non volevano si giocasse a porte chiuse e in un primo momento erano riusciti ad arrivare il rinvio. Avevano le loro ragioni, ma più di tutto, col passare dei giorni, abbiamo capito che sarebbe stato giusto non giocarla comunque, quella partita. Per questioni di salute, punto.

Il mistero del tampone di Rugani. Non ci sarebbe, dopo la precisazione nelle dichiarazioni di Michela Persico, fidanzata del difensore juventino, a TPI, ma c’è comunque. Dapprima, aveva indicato nell’8 marzo la data in cui Rugani avrebbe effettuato il tampone. Dalla società bianconera si sono affrettati a smentire: macché 8, il tampone è stato fatto l’11. Una rettifica non da poco: la sera dell’8 marzo il centrale era all’Allianz Stadium per Juve-Inter, correva per abbracciare i compagni, in campo e poi negli spogliatoi. Fosse successo con la consapevolezza del suo malessere, e il dubbio che quel tampone potesse dare esito positivo, sarebbe stato gravissimo. E infatti non è così: la Persico torna sulle sue parole, il tampone è stato effettuato il 10, i risultati sono arrivati l’11. Resta una qualche differenza con le precisazioni della Vecchia Signora (tampone effettuato l’11) ma il caso rientra. Resta anche altro, una domanda umana: può una persona confondersi sulla data in cui il suo compagno ha ricevuto una notizia così drammatica? Tutto può essere: erano ore tragiche per tutti, figuriamoci per i diretti interessati. Ore in cui adesso siamo sommersi tutti noi, fluttuanti in questo limbo dal quale verremo fuori, non si sa come e non si sa quando. In questi momenti in cui tutti, a partire dagli stessi Rugani e Persico, dal figlio che avranno e sarà forte, sano e felice, ci auguriamo di uscire presto a rivedere il sole. Rimane la sensazione che, in un altro momento, nel quale nessuno aveva davvero compreso la portata di quel che stava accadendo, il calcio abbia sbagliato tutto: Juventus-Inter, come le altre partite disputate a poche ore dal lockdown definitivo del Paese, non si doveva giocare. Facile a dirsi, col senno di poi? Sì, ma può essere un monito per capire che, una volta per tutte, conviene mettere prima la salute.

Primo piano
TMW Radio Sport
Serie A
Serie B
Serie C
Calcio femminile