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Razgrad accoglie l'Inter. Ludogorets, un po' di Brasile e uno stadio che è un gioiellino

Razgrad accoglie l'Inter. Ludogorets, un po' di Brasile e uno stadio che è un gioiellinoTUTTO mercato WEB
giovedì 20 febbraio 2020, 10:45Il corsivo
di Simone Bernabei
fonte dall'inviato a Razgrad

Costruita sulle rovine di un’antica città romana chiamata Abritus, Razgrad accoglie i turisti (in questo caso i tifosi) con la sua scala di grigi in esposizione e uno stile senza eccessi molto simile a quello dell’ex Unione Sovietica. Una cittadina piccola, che non va oltre le 50mila anime, e che ha nel Ludogorets il proprio vanto. Perché la squadra attualmente allenata dal ceco Vrba vince il campionato bulgaro ininterrottamente da 7 anni, lasciando solo le briciole alle più titolate squadre di Sofia. Quello in corso è l’ottava stagione al vertice. Facile capire perché da queste parti viene chiamata la ‘Juventus di Bulgaria’.

Una sorta di cattedrale nel deserto - Il proprietario Kiril Domuschiev è uno degli uomini più facoltosi della Bulgaria e per dar lustro alla propria creatura ha deciso di regalargli uno stadio e un centro sportivo all’avanguardia. Fatto che stona, o almeno contrasta, con la semplicità dell’intero contesto urbano di contorno. Un impianto moderno e all’avanguardia, nella prima periferia della città, a due passi dalle foreste che riempiono la regione. 10.500 sono i posti disponibili nell’Huvepharma Arena, pochi ma sufficienti per quello che è il seguito della squadra, nonostante i successi. E pure il Ludogorets Sport Center, il centro sportivo a pochi passi dallo stadio, è di recente costruzione e quindi dotato di comfort e tecnologie assenti altrove nei dintorni. Una città semplice, con uno stadio piccolo ma all’avanguardia, insomma. E un centro sportivo che è un gioiellino.

Aria familiare - Che quello giocato e vissuto qua sia un calcio totalmente diverso dal nostro è palese ed evidente fin dai primi sguardi a squadra e città. Una diversità però non per forza sinonimo di negatività. Perché l’aria, la tranquillità, che si respira intorno alla squadra e più in generale al club è un qualcosa di sconosciuto dalle nostre parti. Tutto senza pressioni eccessive, tutto in stile totalmente familiare. Fra i dipendenti del club, ma pure verso gli esterni, tifosi e giornalisti al seguito di altre squadre. Una spensierata vigilia, quella di ieri, che va in fortissimo contrasto con quello che è il calcio in Italia e in buona parte d’Europa. I giocatori capita che vadano al campo a piedi, con l’hotel sede del ritiro a pochi passi dallo stadio. E l’allenamento è un mix fra lavoro intenso e tanta voglia di scherzare.

Tocca brasiliano - Una voglia di sorridere che arriva probabilmente dai tanti brasiliani della squadra: Renan, Forster, Cicinho, Cauly e Junior Brandao. Oltre ovviamente a Marcelinho e Wanderson, brasiliani di nascita ma bulgari di nazionalità. Nonché simboli assoluti del club per talento e giocate. Un mix di spensieratezza e investimenti mirati che ha sbaragliato la concorrenza in patria. In Europa non c’è ancora stato il salto di qualità nonostante un’esperienza continentale oramai buona e la partita di oggi contro l’Inter, pur venendo vissuta come una sorta di festa, potrebbe dare una svolta anche in questo senso. Almeno questo è quello che sognano i tifosi della grigia Razgrad.

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