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Cinema aperti dal 15 giugno e gli stadi?

Cinema aperti dal 15 giugno e gli stadi?TUTTO mercato WEB
mercoledì 20 maggio 2020, 06:00L'Angolo di Calcio2000
di Fabrizio Ponciroli

Ormai mi sono schierato. Non tollero più l’idea di restare inerme e aspettare il decorso degli eventi. Chiaro, se malauguratamente la curva epidemiologica (parole che non vorrei più scrivere) dovesse risalire e livelli preoccupanti, tutto cambierebbe ma, confidando nella nostra responsabilità di cittadini “adulti e vaccinati” (non ancora vaccinati, purtroppo), sono ottimista, anzi voglio esserlo. Il calcio continua a far discutere, a mio avviso anche troppo. Siamo ancora al punto di capire se, quando e come si tornerà in campo. Gli Ultras spingono per non giocare più, Gravina sogna playoff e playout e l’Uefa si augura una Serie A in campo in tempi brevi. Impossibile far felici tutti, inevitabile che qualcuno resterà disilluso. Resto fermamente convinto che si debba e si possa ripartire. Non perché l’ha già fatto la Bundesliga o, quasi certamente, lo faranno Liga e Premier League ma perché è necessario provarci. E’ vero, il rischio ci sarà, non si può eliminare completamente. Lo sanno tutti coloro che hanno ricominciato a lavorare o non hanno mai smesso di farlo…
Anzi, io guardo anche al futuro e mi chiedo: ma se, salvo imprevisti, dal 15 giugno si potrà tornare al cinema (felicissimo della notizia), perché mai non si potrebbe capire come far entrare qualche spettatore allo stadio? Ovviamente “pochi e selezionati” ma, almeno, gli stadi non sarebbero desolatamente vuoti, a ricordarci di questa maledetta pandemia che ci accompagna da tanto, troppo tempo.

Il cinema è un luogo chiuso, lo stadio è all’aperto e il distanziamento potrebbe essere ancor più visibile. Che male ci sarebbe a tentare questa via? Se siamo stati in grado di organizzarci, con mascherine e guanti, per andare al supermercato e tornare a gustarci un caffè al bar, perché non dovremmo riuscire a trovare una soluzione per riportare un minimo di persone a vedere le partite live?
Io ci voglio sperare. In fin dei conti, in questo periodo in cui c’è tanto pessimismo nel cuore delle persone (a giusta ragione), la speranza non costa nulla e, almeno personalmente, mi dà forza. Onestamente non so cosa accadrà. So solamente che non vedo l’ora di tornare allo stadio e godermi il calcio dal vivo, come ho sempre amato fare, sia da semplice tifoso che da giornalista sportivo.
Non vorrei mai che si arrivasse al paradosso di vedere stadi all’estero con la presenza di tifosi (ecco, magari non le bambole gonfiabili viste in Corea del Sud) e rendersi conto che, da noi, si discute ancora su quanto assembramento c’è in aria di rigore.
Provo a rispettare (anche se ho altre idee) chi continua a ribadire che il calcio non è una priorità e che bisognerebbe chiudere tutto e pensare al prossimo campionato. Dico solo che, rinviando il campionato non è detto che il problema si risolva magicamente da solo al termine dell’estate. Rivolgendo la nostra attenzione a settembre, davvero possiamo affermare con certezza che il virus sarà sparito o che un vaccino ci lascerà sereni e tranquilli? Io non credo proprio… Per questo, mi auguro che la voglia di fare sia più forte del desiderio di non far nulla. E, visto che si parla di ripresa, proverei a capire anche come riportare, in maniera molto ristretta e controllata, i tifosi allo stadio. Io ne sarei felicissimo e l’effetto benefico sarebbe evidente, su tutto e tutti…

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