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Copa del Rey con pubblico: così si riparte caro Spadafora…

Copa del Rey con pubblico: così si riparte caro Spadafora…TUTTO mercato WEB
mercoledì 6 maggio 2020, 06:00L'Angolo di Calcio2000
di Fabrizio Ponciroli

In Francia ha deciso il governo: tutti a casa fino alla prossima stagione. Non ci sono le condizioni per pensare ad una ripartenza. A distanza di qualche giorno, Jean-Michel Aulas, presidente del Lione dal lontano 1987, è stato chiaro: “Ci stiamo impiccando da soli”. Onestamente, credo sia la prima volta che concordo con una dichiarazione del numero uno dell’Olympique Lione (personaggio “complicato”, soprattutto quando si compra alla sua bottega). La decisione presa a riguardo della Ligue 1 (campionato, a mio modesto parere, di “seconda fascia”) è stata motivo di forza per tutti coloro che continuano a spingere per la chiusura dell’azienda calcio in Italia. Bene, io porto, come modello, la decisione della RFEF (per chi non lo sapesse, la federcalcio spagnola) che, con tanto di comunicato, ha appoggiato la richiesta formulata da Real Sociedad e Athletic Club di disputare la finale di Copa del Rey a porte aperte. Lasciando perdere coloro che si sono azzuffati sui social inutilmente (chi si ferma al titolo di una notizia, spesso non sa di cosa tratti l’articolo realmente), mi soffermerei su un passaggio del comunicato ufficiale della federazione spagnola: “La RFEF condivide pienamente il desiderio di Athletic Club e Real Sociedad di giocare la finale della Copa del Rey quando circostanze sanitarie e sportive le consentiranno di essere aperta al pubblico e con la presenza di entrambe le tifoserie e di tutti i fan che desiderano partecipare”. Compreso? Si disputerà con la presenza dei tifosi quando si potrà tornare allo stadio. Che sia quest’anno o il prossimo, la Copa del Rey edizione 2020 (la più inusuale da tante stagioni a questa parte) verrà giocata solo quando ci sarà il pubblico. Il modo migliore per onorare il trofeo con più tradizione nella storia del calcio spagnolo e, soprattutto, un messaggio chiaro al Covid-19 e a tutti coloro che lo temono: noi non molliamo e torneremo allo stadio più innamorati di prima…
Ecco, questo è il messaggio da evidenziare più volte. Non dobbiamo spegnere la luce della speranza. Se c’è una sola possibilità di ripartire, va colta al volo.

Vorrei tanto che il ministro dello Sport italiano, il Signor Spadafora, capisca che, per chi ama il calcio, non esiste nulla di impossibile. La fede calcistica, per definizione, è insensata, folle, disperata e, quindi, meravigliosa. Non si può dire ad un tifoso di calcio di restare “immobile” e “aspettare che qualcosa accada”. No, l’occhio del tifoso è sempre vigile sulla palla che rotola. Nessuno è folle a tal punto da rischiare la propria vita ma un vero tifoso vorrà sempre godere del calcio, in tutte le sue sfaccettature. Già sarà un supplizio guardare le partite senza il battito del cuore pulsante del calcio (i tifosi) ma, ognuno dal proprio divano, si farà comunque sentire… Non c’è garanzia che tutto andrà per il meglio ma tentare è sempre meglio che fermarsi. Vero, l’aspetto economico è decisivo ma, parlo da vero tifoso del calcio, non deve essere l’unica motivazione. C’è anche chi non vede l’ora, come il sottoscritto, di tornare a vedere due squadre da 11 giocatori l’una sfidarsi su un rettangolo verde. Ragionamento insano? Sì, sono un tifoso di calcio…
Ed è per questo che mi auguro che, alla fine, anche il ministro dello Sport (e chi dovrà decidere al suo fianco) venga contagiato (parola scelta volontariamente) da questa insana passione per quella palla che, quando è ferma, non ha ragion d’essere. Lo prometto: il giorno in cui si disputerà la Copa del Rey tra Real Sociedad e Athletic Club farò di tutto per essere presente allo stadio. E sarò felice di abbracciare vintori e sconfitti, perché sono follemente innamorato di questo privilegiato e ricco sport che si chiama calcio…

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