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Daniel: "Giovanili di nuovo in campo? Se hanno riaperto le discoteche..."

Daniel: "Giovanili di nuovo in campo? Se hanno riaperto le discoteche..."
© foto di Insidefoto/Image Sport
lunedì 27 luglio 2020, 08:45La Giovane Italia
di La Giovane Italia
La Giovane Italia vi porta alla scoperta dei nuovi talenti del calcio italiano, raccontandovi ogni giorno, alle 8:45, le storie dei giovani di casa nostra e dei club che scommettono su di loro

Da un anno responsabile tecnico della Primavera dell’Udinese, Stefano Daniel guarda al prossimo futuro dopo una stagione interrotta anzitempo a causa dell'emergenza sanitaria, con la speranza di vedere presto tornare in campo i ragazzi del vivaio bianconero. A La Giovane Italia ha raccontato il modo in cui è stato gestito il lavoro durante il lockdown da parte del club friulano, tracciando il quadro sulla ripresa in vista della prossima stagione.

Mister, i campionati giovanili sono stati tutti fermati. Decisione giusta?
“Non ho i mezzi per dire se la decisione sia stata giusta o meno, ma bisogna comunque prenderne atto. La salute viene prima di tutto e quindi anche la tutela di quella dei ragazzi. In quel momento era la cosa più giusta da fare. Ora però vedo che iniziano ad aprire le discoteche, ci sono campetti con venti ragazzi che giocano, ma continuano ad esserci restrizioni importanti per riprendere gli sport di contatto. Mi piace vedere che i ragazzi comincino a giocare e se ci sono delle restrizioni dovrebbero valere per tutti gli ambiti. Sono un po’ perplesso, diciamo: io credo che se le spiagge e le discoteche, luoghi dove sicuramente avviene del contatto fisico, sono aperti, allora dovremmo avere la possibilità di tornare in campo".

Cosa pensa succederà in vista di settembre?
“Con il passare del tempo, sperando che le cose migliorino, potremo ripartire normalmente e questa è la più grande speranza. La mia paura, che credo sia quella di tutti, è che a novembre-dicembre tornino delle restrizioni più severe. Alcune società potrebbero vedersela brutta, ma spero che per quel giorno ci saranno le misure per poter affrontare il contagio in modo che il virus non circoli con frequenza".

Quale sarebbe il principale problema, in ambito sportivo, di bloccare di nuovo la stagione?
“Il problema sono proprio quei due-tre mesi in cui non giochi, nel caso in cui si debba fermare l’attività. Se a fine ottobre sarà necessario bloccare il campionato fino a gennaio, riprenderlo diventerebbe complesso, visto il poco tempo per impostare la stagione che equivarrebbe quasi a ricominciare da zero. La mia speranza è che i progressi nella lotta al virus facciano il loro corso: se saremo abbastanza protetti, forse non sarà necessario dividere la stagione in due tronconi".

Sapete già quando ripartirete in vista della prossima stagione?
“I primi allenamenti si dovrebbero svolgere intorno al 20 agosto, per iniziare i campionati a cavallo tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. Ovviamente tutto questo in base anche a quanto sarà aggressivo il virus nelle prossime settimane".

Che lavoro avete svolto durante il lockdown?
“I ragazzi li abbiamo tenuti agganciati durane la quarantena, ricevendo delle risposte molto brillanti da parte loro. Poi abbiamo ripreso gli allenamenti, che sono terminati da un po’. Sono contento del lavoro svolto, ma l’obiettivo è tornare a lavorare facendo anche contatto fisico, la parte che ci è mancata in questi mesi".

Che obiettivo vi ponete come settore giovanile?
“Dobbiamo formare i ragazzi attraverso le esperienze fino a renderli capaci di trasporre quello che hanno appreso in questi anni sul loro essere adulti. La formazione mentale del bambino e del ragazzo è una parte fondamentale e dobbiamo creare le basi per entrare nello specifico nel giocatore. Si tratta di uno sviluppo molto lungo, che iniziamo con i bambini di nove anni. Poi entrano in campo le doti agonistiche: se un gruppo è buono e ha grandi qualità, allora si cerca di fargli fare un lavoro tecnico-tattico che li porti a giocare ad alti livelli e che possibilmente gli dia subito qualche risultato e qualche traguardo. Altrimenti si cerca comunque di fornire un bagaglio tecnico importante, in modo tale che possano affrontare con competenza qualsiasi campionato vadano ad affrontare al termine del loro percorso nel settore giovanile".

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