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La nuova agenzia viola le regole FIFA e UEFA? L'Italia rischierebbe l'esclusione dagli EuropeiTUTTO mercato WEB
lunedì 6 maggio 2024, 15:23Serie A
di Ivan Cardia

La nuova agenzia viola le regole FIFA e UEFA? L'Italia rischierebbe l'esclusione dagli Europei

"Si rischia la figuraccia mondiale". Giovanni Malagò presidente del CONI, è intervenuto a gamba tesa sull'ultimo spauracchio per lo sport italiano. Tutto unito - se è davvero così lo si capirà oggi, nel consiglio d'urgenza convocato dal presidente federale Gabriele Gravina - contro il governo e il ministero dello Sport guidato da Andrea Abodi. A partire da venerdì, quando la Repubblica ha reso note le intenzioni dell'esecutivo, il tema è uno solo: la creazione di una nuova agenzia governativa, denominata "Agenzia per la vigilanza economica e finanziaria delle società sportive professionistiche", che controlli i conti dello sport, in particolare di basket e calcio. In quest'ultimo caso, la nuova autorità indipendente prenderebbe il posto della CoViSoC, ente autonomo ma facente parte della federcalcio.

Di cosa si sta parlando. Come ha precisato lo stesso Abodi, l'iter legislativo, che dovrebbe portare a un decreto legge - un atto normativo con caratteri di necessità e urgenza, immediatamente esecutivo - è ancora in corso di svolgimento. L'approvazione del documento sarebbe dovuta avvenire oggi, ma è stata spostata alla prossima settimana per consentire all'esecutivo di apportare delle modifiche e, assicura Abodi, quella di cui si sta discutendo in questo momento è soltanto una bozza. Allo stato attuale, la principale finalità della nuova agenzia sarebbe quella di soppiantare la CoViSoC (Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche), che dagli anni '80 monitora la situazione economico-finanziaria delle società calcistiche iscritte ai campionati organizzati dalla FIGC. In questo modo, e peraltro a spese delle leghe che dovrebbero versare 2,5 milioni di euro l'anno per sostentarla, questo nuovo soggetto potrebbe di fatto avere l'ultima parola in merito alle iscrizioni delle società ai campionati. Nel corso della sua intervista, Malagò ha a tal proposito sollevato "seri dubbi" sulla possibilità che un'agenzia governativa con simili compiti e poteri possa essere accettata da UEFA e FIFA. È questo un dubbio condiviso anche da molti addetti ai lavori, anche in considerazione di quello che sta succedendo in Spagna.


Il caso spagnolo è in realtà diverso, almeno per quello che di questa bozza si sa attualmente, dalla potenziale situazione italiana. Il principio di fondo è però lo stesso: l'ordinamento sportivo, a partire dal Comitato Olimpico Internazionale, non tollera ingerenze della politica nelle questioni di competenza delle autorità sportive. È stata proprio questa l'accusa lanciata da FIFA e UEFA, con una lettera congiunta firmata dai rispettivi segretari generali, a José Manuel Rodríguez Uribes, Presidente del Consiglio Superiore dello Sport e Segretario di Stato per lo Sport. In sostanza, l'omologo iberico di Abodi. In quello che di fatto è stato un ultimatum, le confederazioni mondiale ed europea hanno contestato la creazione della “Comisión de Supervisión, Normalización y Representación”, che in sostanza ha consentito al governo spagnolo di commissariare la RFEF, la Federcalcio di Madrid. Citando violazioni degli articoli 14 (paragrafo 1, lettera i) e 19 dello Statuto Fifa nonché l’articolo 7 bis (paragrafo 2) dello Statuto Uefa, è stato chiesto al governo spagnolo di ripristinare l'autonomia della Federcalcio, a pena di sanzioni pesantissime. In particolare, la Spagna rischia l'esclusione dagli Europei, dall'organizzazione dei Mondiali 2030 e l'estromissione di tutti i suoi club da qualsiasi tipo di competizione UEFA. Uno scenario che difficilmente si concretizzerà, e che si inserisce non solo nel delicato momento interno alla federcalcio spagnola (l'ex presidente Rubiales si è dimesso dopo le polemiche seguite al bacio con la capitana della Nazionale femminile, e il suo successore Rocha è indagato per corruzione), ma anche nei rapporti tesi fra la stessa UEFA e i due club spagnoli di punta.

Il caso italiano, si diceva, presenta contorni più sfumati. Il governo non ha intenzione di commissariare la FIGC e le ingerenze non sono altrettanto palesi, ma il timore - ventilato da una fonte autorevole come lo stesso Malagò - è che nella sostanza possa essere considerato molto più simile di quanto non sia. A quel punto, le "minacce" dell'ordinamento sportivo internazionale potrebbero essere le medesime già formulate alla Spagna, con la retromarcia governativa che diventerebbe inevitabile.