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-2 al Derby d'Italia, sarà ancora Allegri contro Inzaghi. I precedenti sorridono al toscano

-2 al Derby d'Italia, sarà ancora Allegri contro Inzaghi. I precedenti sorridono al toscanoTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
venerdì 2 febbraio 2024, 07:15Serie A
di Marco Conterio

Un Derby d'Italia di quelli che non si vedevano da anni. Di quelli attesi, di quelli che valgono lo Scudetto. Inter contro Juventus è una gara da brividi, d'altissima quota, ennesimo scontro e incrocio tra due grandi allenatori del nostro campionato come Massimiliano Allegri e Simone Inzaghi. Chi avrà la meglio? I precedenti, per adesso, vedono il tecnico livornese in netto vantaggio.

La diciannovesima volta
Per adesso il bilancio come detto è dalla parte di Max Allegri. Nove vittorie per il tecnico bianconero, sei per quello dell'Inter e tre pareggi, l'ultimo per 1-1 lo scorso novembre. L'allenatore toscano è in netto vantaggio nelle sfide in campionato (11 in tutto, 8 vittorie a 2 per Allegri, 1 pareggio), mentre Inzaghi è avanti 2-0 nei precedenti di Supercoppa: sono due i trofei vinti dall'attuale guida tecnica dell'Inter contro il rivale per lo Scudetto.

Come è andata l'ultima volta
JUVENTUS-INTER 1-1
(27' Vlahovic; 33' Lautaro)

Le pagelle della Juventus

Szczesny 6 - Più impegnato del collega avversario, ma solo in quantità e non in qualità. Freddato senza colpe da Lautaro, ottima reception per le altre telefonate dalle sue parti.

Gatti 5,5 - Una statua di sale sullo scatto di Lautaro che vale il pari. Si riscatta (quasi) con un secondo tempo senza mezza sbavatura.

Bremer 6 - A Thuram concede un solo cross, ma tanto basta. Tutto bene per il resto.

Rugani 6 - Molto aggressivo in avvio, pure troppo: l'1-1 nasce da una sua uscita a vuoto su Barella, che fa arrabbiare Allegri. È l'unica macchia nella sua serata.

Cambiaso 6 - Contiene e poco altro, concedendosi non più di un paio sortite offensive. I numeri di Dimarco, del resto, li conosciamo: oggi resta a zero.

McKennie 6,5 - La fotografia di questa Juve: un'estate con la valigia sul letto prima di un lungo viaggio, e poi giochi il derby d'Italia da titolare inamovibile. Qualche buono spunto, niente di memorabile.

Nicolussi Caviglia 5,5 - È lui l'allegrata di serata. Solo due minuti in stagione prima di oggi: si sentono tutti. Buona personalità, meno positive alcune scelte, soprattutto a inizio secondo tempo. (Dal 61' Locatelli 6 - Mette ordine e porta a casa il risultato, che evidentemente era il diktat di Allegri).

Rabiot 6,5 - Col freno a mano tirato quando potrebbe liberare i suoi cavalli, tiene testa al centrocampo interista: sulla carta il reparto avversario era superiore.

Kostic 6,5 - Elargisce parecchia applicazione difensiva e contiene il pericolo Dumfries. Più prezioso di quanto non sembri il giallo speso per fermare una ripartenza interista. (Dall'89' Alex Sandro s.v.).

Vlahovic 7 - La cattiveria con cui va a prendersi il pallone che poi depositerà in rete è quella che gli chiede Allegri. Il quale, però, dovrebbe trovare il modo di omaggiarlo con qualche pallone giocabile in più: butta dentro l'unico che gli arriva. E, appunto, se l'è dovuto costruire lui. (Dall'80' Kean s.v).

Chiesa 6,5 - Spalletti lo restituisce tirato a lucido: a tennis non sappiamo, ma a calcio sa giocare benissimo. Da punta, ha meno praterie in cui galoppare: quando libera i cavalli la Juve passa, poi si spegne e si accende per tutta la sera. (Dall'80' Milik s.v.).

Massimiliano Allegri 6,5 - In avvio di serata imbriglia Inzaghi, con una Juve più aggressiva del previsto. Il piano gara si rivela il solito: difesa e (poco) contropiede. Il risultato, tutto sommato, gli dà ragione: la sua Juve da ora può lavorare sulla settimana tipo e questo può fare la differenza. Vlahovic e Chiesa con mezza occasione in ottanta minuti, però, sono uno spreco.

Le pagelle dell'Inter -

Sommer 6 - Sul gol subito non può molto. Verso il 70' ordina uno spritz per rendere più frizzante la sua serata.

Darmian 5,5 - Portarsi Chiesa in area non è mai una buona idea e l'Inter paga dazio.

De Vrij 5,5 - Passi che Dusan non segna da due mesi, ma lasciargli tutto quello spazio in area è un regalo di Natale in grande anticipo.

Acerbi 6 - Qualcuno lo ha definito il vero capitano dell'Inter, forse non è così sbagliato. Fa buona guardia sul poco e nulla della produzione offensiva juventina.

Dumfries 5,5 - Serata in versione pasticcione: perde una palla sanguinosa e Vlahovic punisce tutti. Fa arrabbiare anche Lautaro, qualche incertezza sparsa qua e là nella partita. (Dal 70' Cuadrado 6,5 - I fischi lo galvanizzano? Di sicuro altro passo e altro piede. Un buon promemoria di cosa non ha dato all'Inter finora).

Barella 6,5 - Il mismatch con Rabiot è il solito e infatti cerca fortune in altri lidi, inebriando pubblico e compagni con un tacco che è un gioiellino. (Dall'88' Frattesi s.v.).

Calhanoglu 5,5 - Forse sorpreso che Allegri non gli abbia edificato intorno una gabbia ad hoc - e infatti i palloni toccati sono in tripla cifra - non riesce ad accendere la luce dell'Inter come in tante altre occasioni. (Dall'83' Asllani s.v.).

Mkhitaryan 6 - Lo strepitoso centrocampo nerazzurro si regala una serata da compitino, sufficienza e poco altro. Lotta, ma non incide.

Dimarco 6 - Quasi mai in mezzo al campo, sul fondo ci arriva spesso: galleggia attorno alla sufficienza, senza infamia e senza lode. I 180' azzurri hanno il loro peso. (Dal 70' Carlos Augusto 6 - Si sente meno il cambio di passo rispetto alla fascia opposta).

Thuram 6,5 - L'Inter di quest'anno ha il turbo: quando pigia sull'acceleratore, parte e svernicia gli avversari. Però lo fa solo una volta: il duello con l'amico di infanzia Chiesa finisce un assist a uno, forse si aspettavano entrambi di meglio. (Dall'88' Arnautovic s.v.).

Lautaro 7 - Per il gol, che ha un peso specifico altissimo: contro una formazione che concede così poco, è importante sfruttare le rare occasioni a disposizione. Attitudine da leader, forse frenato dalla stanchezza per i voli intercontinentali, non offre altri gioielli.

Simone Inzaghi 6 - Allegri non voleva perdere, lui voleva vincere: obiettivo meritorio, ma il risultato l'ha raggiunto il livornese. Contro il quale continua a faticare nel trovare soluzioni alternative: è diventato la kriptonite di Pioli, ma di Max ancora no. Visto che la Juve è comunque più forte di quanto dica di essere, è comunque un punto utile

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