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Addio a Maradona, Gentile: "Umanamente non l'ho apprezzato, da giocatore mi inchino a lui"

Addio a Maradona, Gentile: "Umanamente non l'ho apprezzato, da giocatore mi inchino a lui"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 26 novembre 2020, 14:34Serie A
di Claudia Marrone

E' il 29 giugno 1982 e l'Italia, che di li a poco si sarebbe laureata Campione del Mondo, affronta l'Argentina di Diego Armando Maradona. Mister Enzo Bearzot, a sorpresa, affida la marcatura de El Diez, a Claudio Gentile.
Che, dalle colonne de La Gazzetta dello Sport, racconta quella giornata: "Bearzot venne in camera e mi disse: “Te la sentiresti di marcare Maradona?”. Pensavo scherzasse, ero sicuro che avrei seguito Kempes come quattro anni prima a Baires. Così risposi subito: “Certo, qual è il problema?”. Allora il mister replicò: “Bene, studiatelo”. Rimasi di sasso. Ripensandoci, mi resi conto che sarebbe stata dura, ma non mi sarei certo tirato indietro. Mi procurai le videocassette delle qualificazioni e cominciai ad analizzare i movimenti, i gesti tecnici, i colpi. Da solo, io e il video. A quei tempi non era frequente il ricorso alle cassette e non l’ho più fatto, ma capivo che Maradona era speciale. Unico. Il più grande è stato lui. Umanamente non l’ho apprezzato, ma da giocatore non posso che inchinarmi alla sua grandezza. Gli ho fatto anche gli auguri per i sessant’anni. Nessuno l’ha mai eguagliato. Neanche Messi".

E su quella partita: "Quasi immarcabile. Avevo capito che, se si fosse girato, con la sua velocità non avrei avuto scampo. Era così rapido che non l’avrei preso più. Dovevo stargli appiccicato, non farlo girare e tagliare le linee di passaggio dei compagni. Meno palloni riceveva, meglio era per me. Mi ha sofferto tutta la partita. Mi insultava, mi diceva hijo de puta, la concha que… Cercava di provocarmi, sperava che perdessi la testa e mi facessi ammonire. Ma io lo ignoravo e non lo ascoltavo. S’arrabbiava sempre più con il trascorrere di minuti perché doveva essere il suo Mondiale e invece se lo sentiva sfuggire. Quel giorno si rifiutò anche di darmi la maglia. Una cosa che mi fa male anche ora a pensarci".

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