Bara, anzi no. L’Inter naviga controcorrente verso lo scudetto

Arrigo Sacchi ha fatto parlare mezza Italia, divisa a sua volta tra chi si è entusiasmato per le sue dichiarazioni e chi no. Come ai bei tempi, ormai lontani, in cui il suo Milan sorprendeva il Paese con un calcio rivoluzionario. Poi ha ritrattato: l’Inter bara, anzi no erano dichiarazioni molto generiche e per nulla collegabili al momento societario del club nerazzurro, ormai prossimo a vincere il ventesimo scudetto della sua storia.

A navigare controcorrente, la squadra di Simone Inzaghi. Qualche attacco qui e lì, si discute pure dell’esposto che in viale della Liberazione è stato preso al massimo con qualche sorrisino. Se bara, per inciso, barano e anzi bariamo tutti. Chi non ha debiti alzi la mano, storia della vita di tutti i giorni. Il che non vuol dire che, a 39 giorni dalla scadenza del termine perché Zhang restituisca (o rifinanzi?) il prestito contratto con Oaktree, la situazione sia la più serena di sempre. Altro conto, però, è districarsi tra qualche luogo comune o approvazione di troppo. Il gigante ha gambe fragili? Certo, tutto il calcio, persino non italiano. Real Madrid e Manchester City hanno entusiasmato, e insieme avranno, a occhio e croce, un miliardino di debiti in due. Conta se alla fine fai fronte agli oneri.

Quanto al campo, oggi o domani si capirà se Inzaghi potrà avere Stefan De Vrij, e quindi la squadra al gran completo, domenica sera contro il Cagliari. Torna e tornerà titolare Bastoni, difficile vedere altre particolari novità rispetto all’ultimo match di campionato. Allo scudetto manca poco e, come ha detto ieri Marotta, c’è voglia di esplodere. Finché non arriva, però, ecco che l’Inter scenderà in campo nella sua miglior versione possibile.