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Aarhus, Diks: "Il tifo via Zoom strano ma efficace. Chiesa fortissimo"

ESCLUSIVA TMW - Aarhus, Diks: "Il tifo via Zoom strano ma efficace. Chiesa fortissimo"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 4 giugno 2020, 10:00Serie A
di Pietro Lazzerini

Kevin Diks è uno dei tanti giocatori arrivati negli anni alla Fiorentina che hanno dovuto fare i conti con il ruolo di terzino destro. Un ruolo diventato quasi mistico vista la difficoltà nel trovare un giocatore che potesse garantire una certa continuità di rendimento. L'olandese, dopo i prestiti all'Empoli e il ritorno al Feyenoord, in questa stagione ha scelto il campionato danese per ripartire, mettersi in mostra e provare a riconquistare un posto in viola. Per parlare della sua attuale esperienza all'Aarhus ma anche della voglia di tornare a Firenze nel prossimo futuro, ha rilasciato queste dichiarazioni a Firenzeviola.it e TMW:

Il picco del Coronavirus è stato superato e finalmente è terminato anche il periodo di lockdown, come ha vissuto questi mesi?
"Non ho cambiato molto rispetto a quanto facevo prima. Sto studiando l’italiano e l'indonesiano. Ci siamo sempre allenati in piccoli gruppi e ci siamo fermati forse solo per una decina di giorni in cui sono stato a casa. Ma anche stando a casa non ho mai smesso di lavorare e di mantenermi in forma e infatti sono tornato in campo senza pagare il periodo casalingo".

In Danimarca avete ripreso a giocare giovedì, come è andata? Ha avuto paura di essere contagiato oppure pensa che i rischi siano minimi?
"E' andata bene, anche se è stato strano tornare in campo dopo più di due mesi! Abbiamo lavorato tanto sul campo e siamo rientrati bene. Abbiamo dimostrato che siamo un gruppo forte anche in questa occasione".

Come è stato giocare con i tifosi in diretta Zoom?
"E' stato decisamente strano anche se siamo contenti perché ci ha permesso di avere un contatto con i tifosi nonostante la loro assenza fisica. Ovvio che preferiremmo avere i tifosi presenti allo stadio, ma a causa del Covid è tutto più difficile. La situazione in Danimarca comunque è buona e infatti siamo potuti tornare in campo molto prima rispetto agli altri paesi".

In Italia si tornerà in campo dal 13 giugno in poi, è giusto riprendere anche in un paese che ha contato migliaia di morti?
"E' giusto tornare in campo quando il rischio è minimo. I giocatori effettuano molti test tutti i giorni, come accade anche in Danimarca. Forse in Italia il rischio è più alto perché ci sono stati molti più contagi, ma le autorità sanno benissimo quello che stanno affrontando e faranno il massimo per permettere al calcio di tornare in campo in sicurezza".

All'Aarhus ha iniziato con qualche difficoltà ma nel match contro il Randers, quello della ripresa, ha giocato da titolare. Come sta andando la tua esperienza in Danimarca?
"Quando sono arrivato in Danimarca ero infortunato. Ho avuto bisogno di due mesi di allenamenti singoli prima di tornare in gruppo. Dopo questo lungo periodo ho iniziato a mettere minuti nelle gambe. Poi ho sentito di nuovo un fastidio al ginocchio e mi sono operato a dicembre. Ho passato dei momenti difficili, anche fuori dal campo, con diverse difficoltà da superare anche che non avevano a che fare col calcio. Col ritiro di gennaio però, mi sono sentito bene come in passato. Ho giocato qualche partita da titolare e poi è arrivato il Covid a bloccare tutto di nuovo. Non è sicuramente il periodo più fortunato della mia vita, ma sono tornato in campo e sto bene, quindi guardo in avanti e non penso a ciò che ho vissuto".

Quali sono i suoi obiettivi stagionali ora che il calcio è tornato a essere parte delle nostre vite?
"Voglio giocare sempre. Voglio mettermi in gioco e dimostrare il mio valore. Ho fame e ambizione. Voglio arrivare al massimo del mio potenziale giocando tutte le partite a disposizione. Il mio sogno è quello di tornare alla Fiorentina e giocare titolare. Ho un altro anno di contratto, vediamo cosa accadrà".

Chi è il giocatore più forte con cui ha giocato in carriera?
"Van Persie. E' un giocatore straordinario, speciale. Anche Bertrand Traore, con cui ho giocato al Vitesse. Senza scordarci di Chiesa, è fortissimo".

Ultima domanda: ha iniziato la sua vita calcistica raggiungendo anche la Nazionale U21, tra i suoi obiettivi a lungo termine c'è anche quello di dimostrare di poter valere ancora gli Orange?
"C’è sempre il sogno di vestire la maglia degli Orange. Ma ho anche il sangue di Indonesiano. Vediamo cosa succederà più avanti. Adesso l'importante è dimostrare il mio valore partita dopo partita. Voglio raggiungere il massimo del mio potenziale e la Nazionale sarà solo una conseguenza".

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