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Le grandi trattative della Lazio - 1969, Chinaglia cambia il destino biancoceleste

Le grandi trattative della Lazio - 1969, Chinaglia cambia il destino biancocelesteTUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
giovedì 23 aprile 2020, 18:30Serie A
di Riccardo Caponetti

Più di ogni altro giocatore, di ogni altro personaggio. Giorgio Chinaglia ha cambiato il destino della Lazio e dei suoi tifosi, che lo ritengono universalmente lo spartiacque della propria ultracentenaria storia. Più che per le qualità da centravanti di primo livello, più che per l'incredibile scudetto vinto nel 1974, più che per i 122 gol messi a segno (è terzo nella classifica marcatori all-time della società). È il suo carattere e atteggiamento che hanno reso Chinaglia la figura che ha portato la Lazio e la sua gente in un'altra dimensione, rendendola orgogliosa e fiera come mai si era sentita stata prima. Il gesto delle corna a Napoli, l'esultanza sotto la Sud dopo un derby, il piede fatto vedere fuori dal tunnel ai tifosi della Roma. Gesti memorabili che hanno aumentato un senso di appartenenza dei tifosi ai colori biancocelesti, che con lui in poi diventerà molto più forte.

Nato a Carrara ma cresciuto in Galles, arriva dall'Internapoli alla Lazio neo promossa in A nel 1969-1970. Segna 12 gol, che diventano 14 l'anno seguente, culminato però con la retrocessione nella serie cadetta. A Lorenzo in panchina subentra Tommaso Maestrelli, con cui Chinaglia instaura un rapporto speciale, veramente da padre-figlio. Era addirittura di casa l'attaccante, spesso a cena dal suo allenatore e a fare compagnia ai due gemelli piccoli appena nati. Long John è il leader tecnico e morale di quel gruppo che ottiene la promozione nel 1971-'72 e arriva a conquistare lo scudetto nel 1973-'74. Una squadra strana, ricordata negli annali perché divisa in settimana in due gruppi (c'erano spogliatoi diversi) ma unita la domenica. Rimane alla Lazio fino al 1976, quando sceglie di partire per l'America e giocare per i Cosmos di Pelé. Torna a Roma più volte e nel 1983 diventa anche presidente del club, venduto poi per diversi problemi economici. Riproverà la scalata anche nei primi anni dell'era Lotito, ma non ci riuscì e finì anche nel mirino della giustizia con diversi capi d'accusa (aggiotaggio e riciclaggio). Vive in Florida fino al 1 aprile 2012, giorno della sua morte all'età di 65 anni per un problema al cuore.

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