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16 ottobre 1983, Chinaglia saluta il calcio giocato segnando nella "sua" partita del cuore

16 ottobre 1983, Chinaglia saluta il calcio giocato segnando nella "sua" partita del cuoreTUTTO mercato WEB
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lunedì 16 ottobre 2023, 08:26Accadde Oggi...
di Alessio Del Lungo
fonte ilnobilecalcio.it

“Giorgio Chinaglia è il grido di battaglia”.
Un coro immortale che riecheggia dagli anni ’70 e che accompagnerà la gente laziale per l’eternità. Perché Long John non è stato solo il bomber del primo storico scudetto: Giorgio Chinaglia è la prima icona biancoceleste, capopopolo per eccellenza, simbolo di gloria e rivalsa. La sua storia è un romanzo, un racconto che parte nella povertà in cui cresce a Pontecimato, nel casolare di famiglia in provincia di Carrara.
Tre anni dopo la sua nascita, avvenuta il 24 gennaio 1947, con l’arrivo della piccola Rita, papà Mario decide di trasferirsi in Galles per cercare fortuna a Cardiff. Due anni più tardi – come racconta il “Guerin Sportivo” – lo raggiunge anche la moglie, mentre i due fratelli restano in Italia con nonna Clelia. Giorgio cresce dando calci al pallone, mentre i genitori racimolano i frutti del duro lavoro Oltremanica: con i risparmi riescono finalmente a portare i figli a Cardiff, ricomponendo così la famiglia nel 1955.

Dopo 7 anni con la maglia della Lazio e 7 anni con quella dei New York Cosmos, 40 anni fa Giorgio Chinaglia salutò il calcio nell'amichevole a lui dedicata. Long John, così soprannominato per l'altezza e perché, come detto, cresciuto in Galles, sognava da sempre di chiudere tornando da eroe in biancoceleste e, dopo essere stato nominato presidente della società della Capitale, organizzò una manifestazione simile a quella che misero in piedi gli americani per Pelé. Ad essere stati contattati furono proprio i Cosmos, per un evento unico nel suo genere, specialmente per quei tempi: Chinaglia avrebbe giocato davanti a 45.000 persone il primo tempo con la maglia dei Cosmos e il secondo con quella della Lazio.

Quella domenica tutto fu studiato nei minimi dettagli: c'erano majorettes, palloncini e tabelloni luminosi che inneggiavano al protagonista della giornata, che fu sommerso da centinaia di tifosi. Il match si concluse 3-1 per la Lazio, che segno al 2' con Laudrup, subì il momentaneo pari da Romero, autore di una prodezza al 26', ma è poi nella ripresa che venne scritta la "storia". Al 52' un nuovo gol di Laudrup fu il preludio alla terza rete, quella più attesa, realizzata da Chinaglia, che nel frattempo si era riappropriato della sua numero 9 e finalizzò un contropiede avviato da Giordano. Poi la standing ovation, l'ultima da giocatore per Long Jhon che tentò di abbracciare la Curva Nord prima che la stessa si riversasse in campo per travolgerlo. Inutili i tentativi per far tornare i tifosi al loro posto, l'entusiasmo era coinvolgente. Di seguito le formazioni ufficiali del match:

Lazio: Cacciatori (Ielpo), Miele (Chiarenza), Piscedda, Manfredonia, Batista, Vinazzani, Cupini (Marini), D'Amico (Giordano), Meluso (Chinaglia), Laudrup, Piraccini (Calisti). Allenatore: Morrone.

New York Cosmos: Birkenmeier, Carlos Alberto (Durgan), Beckenbauer, Rijsbergen (Geer), Eskandarian (Borja), Neeskens, Fox, Romero, Chinaglia (Peterson), Bogicevic, Cabanas. Allenatore: Mazzei.

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