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Ronaldo: "L'infortunio era destino, il 5 maggio fu colpa nostra. Non eravamo noi"

Ronaldo: "L'infortunio era destino, il 5 maggio fu colpa nostra. Non eravamo noi"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
sabato 1 agosto 2020, 13:08Serie A
di Alessandra Stefanelli

Ronaldo Nazario, ex attaccante di Inter e Milan, è tornato a parlare oggi ai microfoni di Sportweek a 20 anni di distanza dalla prima copertina, divenuta ormai storica. Inevitabile ripercorrere la sua esperienza in nerazzurro, dagli infortuni alle vittorie, passando per il 5 maggio 2002: “Molte persone in questi anni mi hanno detto: 'Il silenzio di quella sera all’Olimpico, quando sei caduto urlando con il ginocchio in mano, non lo dimenticherò mai'. Io quel silenzio non me lo ricordo, ma il dolore sì - racconta Ronie sull’infortunio -. E anche i pensieri del dopo: 'Tornerò? Come tornerò?'. Però, passata la paura, mi sono ritrovato addosso una forza di volontà che non credevo di avere e di poter avere. Un altro uomo prima che un altro giocatore, ma con lo stesso amore per il calcio: è sempre stato quello il mio miglior allenatore, medico, fisioterapista, compagno.

L’infortunio era destino, il 5 maggio fu una colpa: quando il destino ce l’hai in mano, se ti scappa via non puoi prendertela con nessuno. Non eravamo noi, e non ci siamo mai spiegati davvero perché: per quello piangevo. Perché sentivo che avrei lasciato l’Inter? Sicuramente perché quello scudetto era il regalo minimo che dovevamo fare ai nostri tifosi. Che dovevo fargli, per quanto mi avevano voluto bene anche quando stavo male. Ma a Roma non sapevo già cosa sarebbe successo, solo quello che avrei detto a Moratti".

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