
ESCLUSIVA TJ - Paolo Ciabattini: "Vi spiego il Fair Play Finanziario. La Juve se vuole il Top Player deve vendere tanto e bene"
Ciabattini paolo autore del libro “Vincere con il fair Play Finanziario” e Direttore Operativo di Pioneer Italia Spa, ci introduce al Fair Play finanziario a 360°, valutando la situazione non solo della Juventus ma facendo uno screening generale sulla situazione europea. In esclusiva per TuttoJuve.
Qual è attualmente la situazione delle squadre più titolate rispetto al Fair play Finanziario?
"Che il Fair Play Finanziario sia molto presente oggi, lo dimostra l’attuale campagna acquisti di molti top club. Un po' in tutta Europa le squadre stanno cercando di allinearsi a quelli che sono i parametri da rispettare previsti dalla normativa UEFA. Si spende sicuramente di meno. Basti pensare che l'acquisto più importante in Europa in più di un mese è stato Hazard, 40 milioni, poi Lavezzi vicino ai 30, Giovinco, Kagawa e Jordi Alba. Niente a che vedere con gli anni passati. Le inglesi sono quasi ferme così come le spagnole. Le italiane spendono poco o niente, a parte la Juve che ha pagato molto anche Isla e Asamoah. In Germania il Bayern, che può permetterselo, ha preso soltanto Mandzukic per 14 milioni. Le russe stanno muovendosi meno che nel recente passato".
Fra le italiane c'è la posizione dell'Inter che è da valutare
"Ho fatto una proiezione del bilancio che si è chiuso al 30 giugno 2012 e di quello che si chiuderà il 30 giugno 2013, dell'Inter, è posso affermare che anche rescindendo con Forlan, Lucio, Julio Cesar e Stankovic che valgono un risparmio di circa 35 milioni di euro sul costo degli stipendi, più la cessione a 8 milioni di euro di Maicon, che impatta altri 15 milioni di euro compreso lo stipendio risparmiato, oltre il saving deruvante dal costo dell'ingaggio di Cordoba (netto 3 milioni), l'Inter non sarebbe ancora in linea con i parametri previsti dalla normativa. Mancano ancora qualche decina di milioni di euro (30/40). La cessione di Sneijder potrebbe risolvere il problema. Sei milioni netti di stipendio significano 12,5 milioni circa al costo. Ai quali andrebbero aggiunti circa 15 milioni di plusvalenza se venduto a 20-22 milioni, più ancora l’ammortamento del cartellino risparmiato di circa 2/3 milioni. Totale impatto 35 milioni circa. In questo modo l’Inter completerebbe una clamorosa rincorsa iniziata nel 2007 quando accumulava 216 milioni di euro di perdita e rientrerebbe nei parametri. Più facile a dirlo che a farlo".
Ci spiega più nel dettaglio ?
"Il primo periodo di monitoraggio del FPF si riferisce ai bilanci 2012 e 2013 in cui la perdita aggregata non deve superare i 45 milioni. C'è una clausola che permette però di dedurre il costo degli stipendi dei contratti firmati prima del 1 giugno 2010 soltanto in riferimento al bilancio 2012. Riguardo il bilancio 2012 dell’Inter, possiamo semplificare dicendo che gli impatti positivi derivanti dalle cessioni di Eto’o e Tiago Motta, si compensano con le plusvalenze del 2011 di Balotelli e Burdisso e i 12 milioni di minor ricavi tra diritti e botteghino derivanti da un turno di Champions in meno nel 2012. Il risultato potrebbe quindi essere in linea con la perdita prima delle imposte del 2011, vale a dire 80/85 milioni che verrebbe comunque completamente ammortizzata dalla clausola sugli stipendi. Si tratta quindi di limitare a 45 milioni la perdita dell’esercizio 2013. Un ulteriore sforzo di quasi 100 milioni di euro se si considerano le plusvalenze del 2012 e i mancati introiti dalla Champions del 2013".
E gli altri top club cosa stanno facendo ?
"Il Manchester City che nel 2011 ha fatto registrare una perdita clamorosa di 225 milioni di euro, incrementerà di molto il fatturato nel 2012 e nel 2013, ma questo non gli permetterà di rientrare all’interno dei parametri. La perdita aggregata del biennio sarà di molto superiore ai 45 milioni di euro consentiti. Riguardo Paris Saint-Germain e Malaga, dipenderà dalla campagna acquisti di quest'anno, ma anche dal loro percorso in Champions. Le squadre inglesi beneficeranno del nuovo contratto sui diritti televisivi (3,5 miliardi di euro all'anno) che porterà ad un aumento degli introiti in relazione ai diritti televisivi domestici per ogni club della Premier tra 30 e 50 milioni di euro. Questo impatto positivo insieme alla vittoria della Champions dovrebbe salvare il Chelsea. Real e Barça per adesso non sembrano avere grossi problemi nonostante la situazione delle banche spagnole. Fatturato in crescita e costi contenuti all'interno dei ricavi generati".
E le altre squadre italiane?
"Il Milan che chiude il bilancio 2012 al 31 Dicembre e che quindi ha un po' più di tempo a disposizione per adeguarsi, con i contratti scaduti e non rinnovati (Zambrotta, Gattuso, Seedorf, Inzaghi, Aqulilani, Nesta, van Bommel) sarebbe già all'interno dei parametri. Per compare però deve vendere. I 60 milioni per Ibra e Thiago Silva sarebbero importanti per rifondare la squadra e preparasi al secondo periodo di monitoraggio che prevede per il triennio 2012-2013-2014 una massima perdita aggregata ancora di 45 milioni. Ciò significa che chi fa 45 di perdita nel primo periodo (2012-2013) nel 2014 deve necessariamente raggiungere il pareggio di bilancio. Il Napoli con la cessione di Lavezzi ha recuperato la perdita dei proventi Champions nel 2013 e chiuderà come sempre in utile, abbondantemente all'interno dei parametri UEFA".
Veniamo alla Juve. Qual è a posizione dei bianconeri?
"Ha speso molto e chiuderà il bilancio del 2012 con una perdita che potrebbe essere intorno ai 65 milioni, 30 in meno rispetto ai 95 del 2011. Nel 2013 si gioverà dei ricavi aggiuntivi provenienti dalla Champions, dallo stadio (aumenti prezzi), e dal nuovo sponsor Jeep, Per comprare il top player rimanendo all'interno dei parametri UEFA dovrà però vendere i tanti esuberi (Melo, Krasic, Ziegler, Martinez, Iaquinta, Pazienza, Motta, Padoin, un attaccante) senza generare minusvalenze. Questa è la parte più difficile. Vendere in un mercato con poche risorse giocatori che non sono stati pagati poco e che rispetto al valore dimostrato hanno ingaggi elevati senza generare minusvalenze. L’operazione Elia in senso stretto ad esempio, ha rappresentato un impatto negativo di 2,2 milioni sul conto economico. Se consideriamo anche il costo dello stipendio ed il fatto che il giocatore non verrà sostituito è comunque un risparmio".
Che sanzioni verranno applicate a chi non rispetterà i parametri previsti dalla normativa?
"Le sanzioni rispetto al primo periodo di monitoraggio impatteranno sulla stagione 2014-2015 e andranno dalla riduzione dei premi UEFA, al blocco del mercato calciatori (non poter utilizzare i giocatori comprati prima di una certa data), all'esclusione dalle competizioni europee per uno o due anni in caso di qualificazione in una delle prossime 5 stagioni, ad esempio".
Quale sarà la relazione tra le sanzioni e lo scostamento rispetto alla massima deviazione prevista ?
"La relazione tra le sanzioni e lo scostamento rispetto alla massima deviazione prevista, deve essere ancora deciso dalla UEFA. Significa che se fai una perdita aggregata di 80 invece di 45, quindi con uno scostamento negativo di 35 milioni ancora non si sa quanto questa potrà essere considerata grave. Dipenderà da cosa faranno tutti i club".
La campagna acquisti appena iniziata rappresenta per molti club l’ultima occasione per allinearsi ai requisiti previsti dalla normativa del Fair Play Finanziario. Perché si parla così poco di questo tema?
"Fino a pochi mesi fa se ne parlava molto di più, mentre adesso proprio quando molti club hanno modificato le loro strategie di mercato rispetto al recente passato per poter velocemente rientrare all’interno dei parametri del famigerato Fair Play Finanziario, non lo si nomina quasi più. Ci si limita a dire: “In questo momento di crisi non è più possibile comprare”, “Non ci sono più soldi”, “I risultati di bilancio dei gruppi proprietari dei club non permettono più di operare come prima”, “Il calcio italiano non può più permettersi certi giocatori” etc. Gli stessi dirigenti del calcio, che adesso si stanno impegnando per rispettarlo e che fino a ieri ne avevano parlato con una certa frequenza, si guardano bene dal nominarlo. È quasi come se ricordare che esiste volesse significare doversi impegnare ancora di più per rispettarlo. È quasi come se significasse non potersene più liberare qualora non si riuscisse a rispettarlo. Si, perché ogni tanto si sente parlare anche della Superlega, alla creazione della quale, secondo qualcuno, si potrebbero appellare i club esclusi dalle competizioni europee. In effetti il Fair Play Finanziario è una normativa piuttosto flessibile, ma la sua apparente poca rigidità si spiega con la necessità almeno iniziale di aiutare il più possibile i club a intraprendere la giusta direzione senza penalizzarli troppo. Se fosse stata meno flessibile, avrebbe forse raccolto più consensi e avuto più credibilità, ma l’importante è quello che la UEFA farà nei prossimi anni. Se le nuove strategie dei club improntate al contenimento dei costi all’interno degli introiti generati dal club stesso dipendano dalla situazione economica generale e quindi dei gruppi industriali a cui appartengono i club o dalla normativa del Fair Play Finanziario, questo cambia poco. Possiamo dire però che il Fair Play Finanziario è stato richiesto dai mecenati stessi, stufi e preoccupati di dover ripianare le perdite dei loro club all’infinito. Se non ci fosse stato il FPF, i presidenti avrebbero continuato a spendere come nel passato. Lo dimostra la storia del calcio. Ad esempio se consideriamo gli anni 2008, 2009, e 2011, la Saras ha ottenuto all’incirca lo stesso utile di bilancio in tutti e tre gli esercizi mentre l’Inter nel 2011, l’anno alle soglie dell’introduzione della normativa del FPF, ha fatto registrare una perdita di 86 milioni di euro, che è circa la metà di quelle evidenziate invece nel 2008 e 2009. L’importante è comunque che il calcio esca rapidamente da questa situazione di profondo squilibrio economico finanziario e a giudicare da queste prime settimane di mercato, improntate all’insegna della parsimonia e dell’attenzione ai costi, sembrerebbe di si alla faccia degli sceicchi spendaccioni".





