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...con Claudio Pasqualin

...con Claudio PasqualinTUTTO mercato WEB
venerdì 11 dicembre 2020, 00:00A tu per tu
di Alessio Alaimo
“La radio, il grido campioni del mondo, le lacrime: Paolo Rossi, perdo un grande amico. Da Zucchero a De Gregori, Los Pablitos e la nostra musica. 2020, si sta come d’autunno, sugli alberi, le foglie”

La sveglia al mattino presto, come sempre. “Stavo andando in bagno, ho acceso la radio e al grido di campioni del mondo non ho pensato a niente di buono”, racconta a TuttoMercatoWeb l’avvocato e storico agente Claudio Pasqualin, vicino di casa e amico, oltreché compagno di musica, di Paolo Rossi.

Pasqualin, la notizia della morte di Rossi ha scosso tutti.
“Appresa la notizia mi sono scesi i lacrimoni. Pensi che qualche giorno fa gli avevo scritto di lottare e non mollare. La sua risposta è stata un’emoticon con il muscolo. Purtroppo però sappiamo tutti quello che è successo”.

Non solo calcio. Vi eravate dati alla musica...
“A Morlupo davamo sfogo alla nostra passione per il canto una volta l’anno. E poi via, in trattoria, a mangiare la cacio e pepe. Per quattro anni abbiamo composto dei cd per beneficenza, le voci del cuore, ero una delle voci dei Los Pablitos (nella foto, ndr)”.

Le canzoni preferite?
“Guantanamera. Il nostro cavallo di battaglia. Peraltro Paolo fece sentire la nostra canzone a Zucchero ottenendone l’approvazione. E anche De Gregori apprezzò la cover de La Leva Calcistica del 68. A Paolo piaceva tanto anche Antonello Venditti, che fantastica storia è la vita. Ho perso un grande amico, quel campioni del mondo urlato alla radio, ieri mattina, l’ho interpretato nel modo più tragico.

Il ricordo del Paolo Rossi calciatore?
“Avevo da poco superato i trent’anni, ogni tanto mi allenavo con il Vicenza. Prima il calcio era così, più a misura d’uomo. Un giorno incontrai l’allenatore Fabbri, gli dissi a proposito di Paolo, che ancora non conoscevo: ‘questo ragazzo mi sembra promettente, molto bravo. Magari ha dei limiti nel gioco aereo, come pensa di migliorarlo?’. Mi rispose: ‘C’è poco da migliorare, lo lascio fare...’. Quello era un grande gruppo, un Vicenza coeso”.

È stato un 2020 nefasto. La pandemia, la scomparsa di grandi calciatori come Maradona e, appunto, Paolo Rossi.
“Definirlo particolare è dire poco... Il contesto è disgraziato per tutto il mondo, poi queste dipartite colpiscono tutti. Paolo era un ragazzo semplice, disponibile. Al di là della comune passione per il canto, gli dicevo: sei Paolo Rossi, datti un tono. E invece...”.

Invece?
“Dava l’idea di non rendersene conto. Mi colpí un suo racconto di quando un tassista a Rio de Janeiro lo riconobbe e lo fece scendere dal taxi per i noti fatti del Mondiale. Paolo ha sempre nascosto la gravità del male, parlava di interventi alla schiena. Ma il cancro lo ha portato via. Tre giorni fa mi ha risposto mostrando il muscolo e invece sabato si terrà il funerale. Resterà il ricordo di una persona semplice, corretta, educata. Un uomo piacevole. Era uno di noi”.

Un anno da dimenticare. La canzone che canterebbe con Los Pablitos per questo 2020?
“Penso a les feilleus mortes di Juliette Greco. Mi viene in mente anche la poesia di Ungaretti: si sta come d’autunno sugli alberi le foglie. Un colpo di vento... e via”.

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