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TMW RADIO - De Biasi: "Spadafora non ha dimestichezza con il mondo del calcio"

TMW RADIO - De Biasi: "Spadafora non ha dimestichezza con il mondo del calcio"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 4 maggio 2020, 19:03Altre Notizie
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020
Gianni De Biasi e Armand Duka, presidente della Federcalcio Albanese, intervistati da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'allenatore Gianni De Biasi, ex ct dell'Albania, ha parlato ai microfoni di TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto iniziando nel suo intervento dal ricordo del Grande Torino nell'anniversario della tragedia di Superga: "Io che ho fatto 4 anni a rate nel Torino dico che è stata un'esperienza unica. Solo se lo vivi da dentro capisci quanto sia rimasto lo spirito nei tifosi questa squadra di invincibili che solo il destino ha messo ko. Credo che sia vero che gli eroi sono sempre immortali negli occhi di chi ci crede".

Cosa l'ha colpita del presidente Duka (federcalcio Albania, ndr)?
"Intanto è estremamente intelligente e poi sa tracciare un profilo delle persone in pochissimo tempo. Se ti dice una cosa, la mantiene: è un grande venditore, un furbacchione che ti lascia la prima parola. Ti aspetta sulla riva del fiume e quando passi, ti becca. Sto scrivendo un libro sull'Albania, la prima volta che l'ho incontrato eravamo in cinque a Milano. Silenzio totale, e mi chiedevo: ma questo lo sa l'italiano? Invece no, il commerciante ti fa fare il primo passo e poi controbatte".

In Italia si ripartirà col calcio?
"Dicevo anche ieri sera che chi guida lo sport credo abbia una conoscenza relativa sulla situazione delle strutture e di ciò che ruota intorno al calcio. Ci sono realtà che hanno tantissimi campi, in cui gli atleti potrebbero tranquillamente allenarsi a gruppi. L'idea sarebbe di fare il tampone a tutti, altrimenti si rischiano contagi. Non si può dire che gli allenamenti di sport individuali siano consentiti e quelli di gruppo no: dove vanno ad allenarsi, in cantina? Al parco è peggio".

Si rischia di stravolgere la prossima stagione?
"Qualsiasi cosa si decida, penso ci si possa adattare alla causa di forza maggiore. L'uomo, come animale, è quello che si adatta più facilmente a situazioni che mutano. Teniamo conto che parliamo di ragazzi di 20-30 anni, per rimettersi fisicamente in carreggiata ci vuole poco, c'è da capire se in alcuni luoghi sia stato superato il trauma di migliaia di persone venute meno. Io stesso nei primi giorni avevo una paura tremenda che ai miei familiari potesse succedere qualcosa di brutto. Ero discretamente preoccupato, e credo sia normale avere paura in certe situazioni".

Come le è sembrato l'atteggiamento del ministro Spadafora nelle ultime settimane?
"Secondo me non ha gran dimestichezza con il mondo del calcio. Lui è Ministro dello Sport e come tale deve abbracciare a 360 gradi tutti, senza distinzioni di sorta. Ma c'è modo e modo di approcciare la situazione, ricordiamoci che il calcio tiene in piedi tutti gli altri sport. Non serve un occhio di riguardo, ma comprensione".

Ci sono problemi che risalgono anche a prima del virus di mezzo...
"Oggi come oggi agli occhi di tutti balza l'emergenza. Non solo quella della salute, ma anche quella di mettere nelle condizioni un movimento, che genera risorse e paga una montagna di tasse allo Stato, di valutare più opzioni in maniera oculata, senza posizioni oltranziste. Che ci sia un minimo di logica, però. Pure se i giocatori si cambiassero a casa prima e dopo gli allenamenti, non credo sarebbe la fine...".

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