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Marani: "Dal prossimo anno obbligatorio avere gli indicatori economici in regola per iscriversi"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 13:31Serie C
di Daniel Uccellieri

Marani: "Dal prossimo anno obbligatorio avere gli indicatori economici in regola per iscriversi"

Matteo Marani, presidente della Lega Pro, ha parlato con i cronisti a margine della presentazione del nuovo pallone per la stagione 2025/26. Queste le sue parole raccolte da TMW:

Presidente, oggi è stato presentato ufficialmente il nuovo pallone della Serie C. Che caratteristiche ha? È davvero ispirata all’arte, visto anche il contesto fiorentino?
"Sì, intanto è un pallone davvero bello, esteticamente curato. Cerca di rappresentare la bellezza dell’arte italiana, con richiami evidenti a Firenze. Non a caso c'è il viola, il colore della città, e una grafica che evoca le opere d’arte e il patrimonio culturale italiano.
È una scelta che ci piace molto perché rispecchia anche ciò che la Serie C rappresenta: un campionato fatto di città, comuni e territori, che sono il cuore pulsante delle bellezze d’Italia. Siamo molto contenti di questa collaborazione con uno dei colossi mondiali dello sport come Decathlon, già presente in Conference ed Europa League con il marchio Kipsta. Il pallone è di altissimo livello. Decathlon ha scelto proprio la Serie C per iniziare la propria esperienza nel calcio italiano, proprio per la capillarità e territorialità che ci contraddistinguono. Siamo presenti in 60 città, e Decathlon ha punti vendita in gran parte di esse. È un matrimonio che durerà quattro anni e che oggi parte simbolicamente da questo pallone, ma si svilupperà anche oltre".

Con la presentazione del pallone, ci si proietta idealmente sulla prossima stagione. Cosa dobbiamo aspettarci? A partire dalla definizione degli organici, tema delicato negli ultimi anni.
"Sì, è sempre un tema centrale. L’estate per noi è un periodo complesso, segnato da processi federali: iscrizioni, esclusioni, ripescaggi... Ci auguriamo entro fine luglio di avere organici definitivi per poter stilare il calendario e iniziare a preparare concretamente la stagione. Il bello del calcio, alla fine, è che si gioca. C’è passione, emozione. E i tifosi stanno aspettando. Sono settimane di apparente pausa, ma il calcio non si ferma mai. Si riparte il 22 agosto, data stabilita dal Consiglio Direttivo. Chiudiamo alle spalle una stagione bellissima, con playoff record sia per presenze allo stadio che per ascolti televisivi: la finale Pescara-Ternana ha superato i 4,5 milioni di telespettatori. Un risultato che ci rende molto orgogliosi".

Cosa vorrebbe vedere confermato nella nuova stagione? E cosa invece preferirebbe non rivedere?
"Vorrei vedere confermata la crescita dei giovani. Nell’ultimo campionato c’è stato un aumento significativo della loro presenza. È frutto anche della riforma che porta il nome di Gianfranco Zola, che punta a valorizzare i ragazzi. Mi auguro che questi giovani possano poi trovare spazio anche nelle categorie superiori. La Serie C deve tornare a essere l’ascensore del calcio italiano. Un esempio? Roberto Baggio, che da Vicenza arrivò proprio qui a Firenze.


Quello che invece non vorrei rivedere sono le difficoltà economico-finanziarie, che purtroppo persistono. È un tema delicato che riguarda tutto il calcio, non solo quello italiano. I ricavi sono diminuiti, mentre i costi sono rimasti elevati. Per questo abbiamo introdotto un salary cap, che quest’anno sarà sperimentale e dal prossimo entrerà a regime. Non è solo uno strumento di controllo, ma anche culturale. Invieremo mensilmente ai club un report su quanto stanno spendendo, se stanno sforando, con l’obiettivo di aumentare consapevolezza e capacità gestionale. Dal prossimo anno sarà obbligatorio avere gli indicatori economici in regola per iscriversi al campionato. È una scelta dura, ma necessaria per la tutela di tutti. Una società in crisi crea difficoltà a tutto il sistema".

Presidente, sulla Ternana: il club ha appena messo in vendita l’intera rosa e reintegrato il DS esonerato. Come state seguendo la vicenda?
"Monitoriamo, come facciamo con tutte le situazioni critiche. Il contesto è complesso, ma non è una novità. Chi conosce la Serie C sa che certe problematiche si trascinano da decenni. Personalmente, ho iniziato a fare il cronista più di 30 anni fa e già allora i problemi erano simili. Nessuno ha la bacchetta magica. Serve lavoro, serietà e volontà di migliorare. Nel caso della Ternana, come in altri, è giusto dire le cose chiaramente. A volte c’è la tendenza a nascondere, ma i problemi prima o poi emergono. Non si può andare avanti con il 90% dei ricavi assorbiti dagli stipendi. Nessuna azienda al mondo reggerebbe con un rapporto del genere. Serve una vera cultura economica. Per questo abbiamo chiesto regole più stringenti e maggiore formazione. Amministrare un club non significa solo trovare risorse, ma saperle gestire con competenza".

Ci sono stati contatti con la Fiorentina per una seconda squadra? E un commento sul ritorno di Pioli?
"Sulla seconda squadra, no, non ci sono stati contatti, né con la Fiorentina né con altri club. Le seconde squadre dipendono da una procedura federale: le società devono fare richiesta alla FIGC, non alla Lega Pro. Noi siamo un po’ la "Confindustria del pallone": non decidiamo chi entra o esce, ma diamo rappresentanza ai club. Su Pioli, sono un po’ di parte: lo conosco da tanti anni e c’è anche un rapporto di amicizia. So quanto sia legato a Firenze, una città che ha nel cuore. Se tornasse, sarei felice".

In arrivo grandi piazze come Livorno, Siracusa e anche Salerno.
"Assolutamente. Abbiamo piazze importanti, con grande tradizione e tifoseria. Negli ultimi anni, grazie alla collaborazione tra Lega e club, abbiamo dato visibilità al campionato. La partnership con Decathlon è l’ennesimo tassello. Oggi abbiamo sponsor di livello, visibilità, attenzione mediatica. E chi arriva in Serie C deve starci bene, sentirsi valorizzato. I playoff sono stati uno spettacolo, e lo dimostrano i numeri. Un tempo qualcuno li metteva in discussione: oggi possiamo dire che funzionano. Giocarli è duro, ma da vedere sono bellissimi. Serve mettere sotto controllo i costi. Per decenni si è speso troppo rispetto a quanto si incassava. I ricavi non sono aumentati, ma i costi sì. Va ricordato che la stragrande maggioranza dei nostri presidenti non guadagna nulla, non prende stipendi. Sono imprenditori che, nonostante la crisi industriale in Italia, mettono soldi propri per far vivere le squadre. La Serie C si regge sulla generosità e la passione di queste persone. È per questo che abbiamo chiesto regole certe, indicatori chiari, formazione e responsabilità condivisa".