
Banchieri sulle squadre U23: "Senza molti si sarebbero persi. Ma servirebbe un campionato ad hoc"
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"Chiaramente il valore è doppio, perché se pensiamo alla Juventus nella nostra esperienza si è giocato contro giocatori come Soulé, Huijsen e Fagioli, giocatori altamente rappresentativi e quindi vuol dire che ha avuto una logica farli giocare, perché comunque giocare in Serie C vuol dire confrontarsi con gli adulti, vuol dire non passare direttamente dai campionati primavera dove è ancora un gioco parecchio giovanile in Italia e giocare con gli adulti è diverso a livello emozionale, a livello di quanto pesa il risultato degli stadi, perché basti pensare a quando si transita dentro il Girone C ad esempio dove ci sono stadi che a volte sono anche più emozionanti della Serie A". Il tecnico Simone Banchieri parla così delle seconde squadre ai microfoni di TMW Radio soffermandosi su quelle seconde squadre che tanto fanno discutere.
"Io penso alla mia esperienza a Messina, è stata un'esperienza fantastica con una tifoseria veramente eccezionale dove facevi 10.000 persone a partita e questo veramente rende il giocatore più pronto al calcio poi della Serie A e quindi secondo me è giusto che si facciano, ma penso che ci dovrebbe essere un campionato addirittura di Under 23 per far giocare i giovani a questo livello. -prosegue il tecnico - Poi è chiaro che le società pensano e devono pensare al business, alla sostenibilità e quindi poi a rivendere i giocatori, però se pensiamo a tutti quelli che sono transitati in queste seconde squadre che ora giocano in Serie A comunque è utile che ci siano e non ne parlerei quasi più come una cosa anomala perché serve al movimento, perché se no immaginiamo quanti giocatori se non ci fossero state le seconde squadre di Juventus, di Atalanta, ora dell'Inter, ma anche del Milan stesso che poi vedrete sarà di nuovo poi nei professionisti quanti di questi giocatori magari andando in prestito in giro non avrebbero giocato perché spesso accade questo".
Spazio poi a un esempio di giocatore promettente che si è perso nel corso del tempo: "Penso ad esempio a Clemenza un giocatore della Juventus fantastico che è andato in giro in tutti i prestiti di Pescara, ricordo Bari e non giocava mai quindi il feedback arriva al club, è un giocatore non pronto invece magari c'erano altre problematiche, magari i miei colleghi allenatori o dirigenti che prima di far giocare un giovane si fidavano più di giocatori esperti, chi lo sa, o situazioni contingenti che non conosciamo, quindi averli lì nella seconda squadra secondo me per questi ragazzi di prospettiva è sicuramente un vantaggio per i ragazzi, per il club e anche per il calcio italiano”.
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