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Castellacci: "Mancano strutture e fondi, con questo protocollo la C non può ripartire"
Il dottore Enrico Castellacci, presidente dell'associazione dei medici che lavorano nel mondo del calcio (L'AMICA) ha parlato ai microfoni di RadioPuntoNuovo: "Non è che i medici sociali siamo contro la ripresa del campionato di Lega Pro. Sono solo realisti. IN C non si può giocare e di questo se ne era reso conto anche il presidente Ghirelli. Ci sono dei problemi di vario tipo, a partire da quelli di tipo logistico, le società non hanno la possibilità di fare dei ritiri lunghi in strutture adibite. Poi c'è la difficoltà nel recuperare migliaia di tamponi, infine i medici sociali lavorano part time con le società di calcio, hanno anche la loro attività. E di questo ne abbiamo parlato. La Serie B è nelle stesse condizioni della Lega Pro, ci saranno delle dimissioni, a Salerno due medici sono stati licenziati e questo è un brutto segnale. Si dà tutta la responsabilità sulle spalle dei medici sociali, che è una figura non istituzionalizzata, che non hanno contratti con i club o contratti non depositati in Lega. Qui si nasconde una verità enorme e dispiace che il presidente Gravina non si renda conto di questo. Tra l'altro la nostra associazione non è mai presente ai consigli direttivi, altrimenti le cose sarebbero andate diversamente. Il 90% dei medici sociali è contrario alla ripresa della stagione, probabilmente chi si dissocia e vuole giocare può far rispettare il protocollo sanitario. Ma i protocolli sono validi se sono applicabili. Farne uno ad hoc per la Serie C è pure possibile, ma l'indirizzo politico sembra propenso a istituire un protocollo unico dalla A alla C. Ne usciamo collaborando tutti, bisogna sedersi a un tavolo, con meno burocrazia, e trovare una soluzione, perché un protocollo che non si può applicare è sostanzialmente un protocollo inutile”.
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