Mondiale '23, la prima volta dell'Africa: mai tre squadre oltre la fase a gironi nella storia

Quello in Oceania potrebbe essere stato il Mondiale della svolta per il calcio africano femminile che per la prima volta in assoluto riesce a portare oltre la fase a gironi ben tre rappresentanti. E se la Nigeria, nazione guida del continente, non è una novità avendo già raggiunto questo traguardo nel 1999 e nel 2019, le altre due squadre ad approdare agli ottavi sono una novità assoluta.

Il Sudafrica per esempio è alla sua seconda partecipazione e non aveva mai vinto una gara nella fase finale del torneo prima di quella contro l’Italia che è costata alle azzurre l’eliminazione anticipata. Un passaggio del turno, non scontato, che certifica la crescita delle Banyana Bayana vincitrici un anno fa della loro prima Coppa d’Africa. Ancora più sorprendente il risultato del Marocco, che già aveva stupito lo scorso anno con la squadra maschile, che alla sua prima partecipazione in assoluto passa il turno ed elimina una delle grandi favorite per il successo finale come la Germania. Segno che gli investimenti portati avanti dal sovrano Mohammed VI stanno portando risultati anche a livello femminile, cosa non facile in un paese arabo, che dopo il secondo posto nel torneo continentale può gioire per la qualificazione agli ottavi di finale di un Mondiale. Non male per due nazionali nate relativamente da poco: il Sudafrica infatti ha esordito solo trentanni fa, nel 1993 con l’attuale ct Ellis – una vera e propria pioniera - in campo, mentre il Marocco addirittura nel 1998.

Le tre squadre inoltre rappresentano al meglio il continente africano dal Nord arabo che si affaccia sul mediterraneo del Marocco, alla Nigeria rappresentante del cuore del continente, fino a quel Sudafrica che è forse il più europeo dei paesi africani nonché simbolo della lotta contro la segregazione raziale. Ora le sfide rispettivamente contro Francia, Inghilterra e Paesi Bassi: tutte proibitive sulla carta, ma dopo aver sorpreso Canada, Germania e Italia le squadre africane sono pronte a sorprendere ancora. E quelle europee dovranno fare grande attenzione a non prenderle sotto gamba.

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