Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Ripartire, ma come? I costi dei protocolli per alcuni club sono insostenibili. Urge una soluzione

Ripartire, ma come? I costi dei protocolli per alcuni club sono insostenibili. Urge una soluzioneTUTTO mercato WEB
martedì 21 aprile 2020, 07:45Calcio femminile
di Tommaso Maschio

Il grande interrogativo calcistico di queste settimane è se i campionato riprenderanno e nel caso in che modo e quando. Seppur tutti a parole dicano che serve agire di sistema nella realtà delle cose assistiamo a idee diverse da categoria a categoria con la Serie A che vuole ripartire a ogni costo e il prima possibile, la Serie B incerta e divisa fra chi vuole continuare e chi invece congelare la stagione e concluderla in autunno facendo slittare la prossima annata al 2021 (un'idea che piace anche ad Adriano Galliani che ha proposto di giocare fino al 2022 i campionati nell'anno solare – sul modello sudamericano – per poi casomai tornare al sistema attuale), la Serie C che ha – quasi – deciso di fare un salto in avanti e proporrà di annullare la stagione e arrivederci all'anno prossimo sperando che i danni economici (che ci saranno è inevitabile) non siano troppi o troppo estesi, magari arrivando a quel semiprofessionismo tanto auspicato da oltre un anno a questa parte. E il calcio femminile?

La volontà è quella di continuare, non disperdere l'onda lunga del Mondiale e compromettere la crescita degli ultimi due anni del movimento. Ma i protocolli sanitari (ritiro, sanificazione delle strutture, test sierologici ecc ecc) potrebbero avere costi proibitivi (minimo 120-180 mila euro) per molte società e ampliare il divario che già c'è fra le società collegate a realtà maschili e le altre indipendenti. Quest'ultime inoltre stanno già soffrendo la crisi a causa della ritirata di molti sponsor che in questo momento devono badare a contenere i costi per non saltare in aria e non possono permettersi neanche il minimo sostegno a determinati club, tanto più col campionato fermo. Un allarme lanciato sia dal presidente della Pink Bari Alessandra Signorile sia vicepresidente del Tavagnacco Domenico Bonanni che reputa impossibile per il suo club sostenere determinati costi. Una situazione che potrebbe aggravarsi ancor di più qualora la FIGC decidesse di non giocare nel Nord Italia, ma solo dall'Emilia Romagna in giù.

La disparità fra le società di Serie A (e in Serie B la situazione è ancora più problematica) potrebbe complicare la volontà della divisione calcio femminile di andare avanti a meno che non si decida per alcuni correttivi per venire incontro alle società che stanno soffrendo in maniera più pesante la crisi dovuta all'emergenza Coronavirus e permettere – in una situazione di assoluta eccezionalità – di poter sostenere costi che altrimenti le taglierebbero fuori dai giochi compromettendo il continuo di tutto il campionato andando a penalizzare il cammino compiuto finora. L'alternativa potrebbe essere quella di chiudere il campionato, mancano appena 6 giornate, a settembre facendo slittare di qualche mese il prossimo. Si porrebbe però il problema dei contratti (in moltissimi casi le società fanno sottoscrivere annuali alle proprie atlete) e delle qualificate alla prossima Champions League che partirà, salvo sorprese, a inizio settembre.

Primo piano
TMW Radio Sport
Serie A
Serie B
Serie C
Calcio femminile