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Il brutto (e vecchio) vizio di Cesena
lunedì 18 gennaio 2021, 08:00Campionato
di Flavio Bertozzi
per Tuttocesena.it

Il brutto (e vecchio) vizio di Cesena

In riva al Savio, oggi come ieri, continua ad andare in scena una sorta di folle ostracismo nei confronti dei ‘figli’ del Cavalluccio. Quante cattiverie (gratuite) su Ricci e Capellini…

Nell’ultimo anno – io che arrivo da un piccolo ed ignorante borgo marinaro di provincia ‘targato’ Romagna, mica da Milano o da Roma – ho imparato ad usare fluentemente tante parole nuove: Coronavirus, lockdown, smart working, congiunto, assembramento, epidemiologo. Nell’ultimo anno – io che in tv, ai dibattiti politici, ho sempre preferito di gran lunga le partite su Sky, Le Iene su Italia 1 o i vecchi scollacciati film con la Fenech sul 34 – ho scoperto che ci sono dei governanti che, piuttosto che potenziare il trasporto pubblico o migliorare gli ospedali, preferiscono distribuire bonus monopattini o inventarsi la lotteria degli scontrini.

BASTONATI – Negli ultimi due mesi del 2020 – ma pure in questo primissimo scorcio di 2021 – ho capito una volta per tutte che Bugo e Morgan non faranno mai la pace. Che Rocco Casalino è improponibile in quel ruolo lì. Che il bollitissimo Giampaolo è uno degli allenatori più sopravvalutati (e più scarsi) degli ultimi 50 anni. Che la pacchiana iniziativa Cesena All Time potevano pure risparmiarsela. Che Viali oltre che essere un buon mister è pure un buon motivatore. Sempre in questi ultimi mesi, poi, ho avuto – sigh – la conferma definitiva che a Cesena c’è una sorta di ostracismo nei confronti dei giocatori fatti in casa. Di quei giocatori cresciuti a piada e Cavalluccio. Che sia difficile essere profeti in patria lo sanno tutti. Anche – tanto per fare un paio di esempi – pure i bastonatissimi Nicola Ravaglia o Luca Ceccarelli. Però è evidente che, sul fronte Luca Ricci e Nicola Capellini, secondo il mio (opinabilissimo, ci mancherebbe altro) parere, troppa gente in questa prima parte di stagione ha superato ogni limite.

MERCENARI – Che Ricci non abbia il carisma di Jozic – ma nemmeno la tigna di Perticone – lo sanno anche le casalingHE di Ruffio I, ma trattarlo come un Rutjens qualsiasi anche no. E non soltanto perché l’ex Carrarese, a differenza di molti mercenari (che solo a parole dicono di voler tornare ad ogni costo a Cesena), pur di riabbracciare il suo passato ha rinunciato a diversi soldini. Che Capellini non abbia la velocità di Giaccherini – ma nemmeno i piedi di Cascione – lo sanno anche le casalingUE di Gatteo Mare, ma paragonarlo a un Vascak qualsiasi anche no. E non soltanto perché il Tabaccaio, che la scorsa estate è stato tenuto inspiegabilmente a bagnomaria dal Cesena per due lunghissimi mesi, sta servendo umilmente il suo Amore per un misero pugno di euro. Ho questa (doppia) convinzione. Se Capellini sbaglia una partita, in pagella gli si appioppa un 4,5. Ma se la stessa partita la sbaglia il ‘forestiero’ Collocolo, in pagella arriva un ‘bel’ 5,5. Se il promettente Maddaloni sbaglia un gol già fatto a porta vuota, gli si dà una pacca sulle spalle e un 6-. Ma se lo stesso errore lo fa quel bestemmiatore di Ricci, scatta subito la crocefissione in sala mensa. Magari in diretta tv su Teleromagna.

BASTARDI – Ammettiamolo, con i figli del Cavalluccio SIAMO (noi addetti ai lavori, voi tifosi, pure certi dirigenti) tutti più cattivi. Più esigenti. Più… bastardi. Perché frasi del tipo ‘Ricci nelle prime giornate ci ha fatto perdere da solo 4-5 punti’ o ‘Capellini è un giocatore da bassissima serie D’ non si possono proprio sentire. E non soltanto perché, ad Arezzo, Ricci è stato il migliore in campo. E non soltanto perché, sempre ad Arezzo, Capellini ha sfoderato un gran scampolo di gara. Oh, attenzione. Poi sono il primo a dire che Ricci può e deve fare di più. Poi sono sempre il primo a dire che Capellini continua a sbagliare qualche appoggio di troppo. Poi sono il primo a dire che quella classifica è sempre più invitante, sempre più tentatrice. Ma al momento siamo pur sempre in serie C. A Cesena. A CE-SE-NA. Ai tempi della Pandemia. Non scordiamocelo mai.