
La corte (mancata) dei viola nel 2010 e i tappi per le orecchie all'esordio: alla scoperta di Viti
Dalle parti di Monteboro, quando era ancora un ragazzo, lo avevano subito ribattezzato il "nuovo Rugani". Eppure chi conosce bene Mattia Viti giura che il centrale classe 2002 - nonostante un periodo professionale non facile, certo dovuto soprattutto ai contesti in cui si è trovato a militare - sia destinato a percorrere anche più strada rispetto al giocatore che, tra il 2013 e il 2015, ha fatto impazzire il Castellani prima di volare alla Juventus. Sarà forse per questo che uno dei primi regali che il difensore ha ricevuto il giorno dopo il suo esordio in Serie A (nel settembre 2021 a Cagliari) è stato un simbolico paio di tappi per le orecchie. Della serie: occhio ragazzo, da oggi le sirene suoneranno ed è bene restare sul pezzo.
Statistiche di rilievo
A recapitargliele è stato il suo storico agente, colui che segue Viti da quando aveva 15 anni e che ha ammirato passo dopo passo i progressi di un ragazzo diventato in fretta uomo (tra l'esperienza che ha fatto al Nizza a soli vent'anni e, soprattutto, la precedente scomparsa della madre Daniela) e che nell'ultima stagione, nonostante un'annata da dimenticare per l'Empoli, è stato tra i migliori difensori centrali della Serie A. Per rendersene conto, basta analizzare i suoi numeri: il difensore nato a Borgo San Lorenzo nello scorso campionato è risultato il secondo centrale per palloni rubati (90), il sesto per palloni intercettati (46) e l'undicesimo per duelli vinti (160). A questo si aggiungono le sole tre ammonizioni ricevute in 30 presenze.
Sogno da bambino
Chissà se babbo Simone, quando lo Mattia giocava nel Ponte a Greve a quattro anni (da lì sarebbe poi passato all'Audace Legnaia, sotto la guida di Roberto Landi) si sarebbe mai aspettati che un giorno il suo secondogenito sarebbe arrivato a calcare i campi del calcio che conta. Viti, in cuor suo, ci ha sempre sperato, cullando in modo particolare il sogno di vestire il giorno la maglia della Fiorentina, la squadra per la quale - segretamente, poiché a Empoli portare avanti la fede viola è tutt'altro che facile - ha sempre fatto il tifo. Perfezionista fin da ragazzo - quando studiava su YouTube le prodezze dei suoi idoli, Maldini e Sergio Ramos - Viti nel 2010 aveva già sfiorato la Fiorentina, che notò (ma dopo il club di Corsi e del suo allora capo scouting Innocenti) quel mancino così elegante. Che adesso Firenze conta di potersi godere.






