Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomoempolifiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliparmaromatorinoudinesevenezia
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloternanaturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / fiorentina / L'editoriale
LA GIACCHETTA DI ROCCO SEMPRE TIRATA. TANTO A DECIDERE SARÀ SEMPRE LUI, CHE SI TROVA BENE IN QUESTO CALCIO MODELLO FAST FAST FAST FOOD
giovedì 23 maggio 2024, 10:30L'editoriale
di Stefano Prizio
per Firenzeviola.it

LA GIACCHETTA DI ROCCO SEMPRE TIRATA. TANTO A DECIDERE SARÀ SEMPRE LUI, CHE SI TROVA BENE IN QUESTO CALCIO MODELLO FAST FAST FAST FOOD

Da che è arrivato a Firenze Rocco Commisso, visto come l’americano ricco, c’è sempre stato qualcuno che si è incaricato di tirargli la giacchetta. Prima per lo stadio: fallo di qui, fallo di là, ogni tre per due sembrava spuntare fuori un primo cittadino disposto a fargli ponti d’oro perché edificasse il nuovo stadio sul suo territorio, un po’ come ha fatto il sindaco di Bagno a Ripoli, molto collaborativo per la realizzazione del Viola Park. Tanta fatica col risultato che alla fine  lo stadio non lo  ha fatto nè qui e nè là e anzi non vuole partecipare in alcun modo al progetto che sta infine realizzando l’amministrazione fiorentina al Campo di Marte. Commisso per parte sua ha sempre  scelto di interpretare la parte del ricco  spavaldo con le sue celeberrime dichiarazioni sui ‘ soldi che per me non sono problema’ e altre varianti sul solito canovaccio. Cose che dette nell’Italia di oggi suonano tanto come le parole di Alberto Sordi nel capolavoro di Mario Monicelli ‘ il marchese del grillo: ‘ mi dispiace, ma io so’ io e voi non siete un ca…’. Eppure la povera giacchetta di Rocco, ormai deformata viene ancora tirata in tutte le direzioni. Era il gennaio scorso quando tutti a Firenze sembravano volergli far spendere 30 milioni per Gudmundsson. Ma ancora due giorni fa un importante tecnico come Sarri gli s’è offerto apertamente e in pubblico come una bella fanciulla smaniosa s’offre al principe azzurro sul cavallo bianco. Ma invece Commisso diffidente e cauto come ogni bravo emigrato che torna al paesello con le tasche gonfie e viene circondato dai parenti poveri e dai compaesani, siccome ha il sacro terrore di rimanerci fregato, fa sempre esattamente il contrario di ciò che gli viene così caldamente consigliato

Rocco deciderà tutto, compreso l’allenatore. Prova ne è che il club viola già dagli ultimi due anni è in regime di autofinanziamento. Una volta terminato il Viola Park il proprietario non ha più necessità di iniettare capitali e probabilmente eviterà con cura di farlo. La campagna acquisti cessioni (o cessioni acquisti) prossima ventura, compreso il nome del prossimo tecnico, ci farà capire molto delle intenzioni reali di Commisso.

Intanto, per apprezzare il momento, si noti la signorilità della scelta di far pagare il biglietto per assistere sul maxi schermo del Franchi alla finale di Atene. Vi fu un tempo invero ormai lontano e obliato in cui in occasione di una partita così significativa, non per forza una finale di coppa, sia il club viola che il comune si sarebbero adoperati per disseminare la città di maxi schermi dove seguire gratis l’evento. Ma lo stile Fiorentina, come la cifra del mondo e del calcio in quest’epoca, cifra molto americana, lo si coglie ancor meglio compulsando il prezziario per seguire la grande sfida ateniese dal Viola Park: la regola è assiomatica, trasformare tutto in una fonte di reddito. Ed ecco che con 30 euro la Fiorentina fornirà ai clienti una sciarpa, l’accesso al buffet, il parcheggio e la finale sullo schermo. L’elogio alla virtualità col sapore di Coca Cola e hamburger in questo nuovo modello di fruizione del calcio che chiameremo Fast Fast Food Viola ( sempre che non pretendano la proprietà del marchio). 

In tal senso cade a fagiolo  l’uscita di un’amara nota della Curva Fiesole che lamenta il ritardo delle informazioni e della messa in vendita dei biglietti per la gara di Cagliari, oltre che del fatto che ‘ sembra che dei tifosi- dicono i tifosi organizzati- non freghi nulla a nessuno’.

Frega. Frega eccome! Aggiungeremmo noi, solo nella misura in cui essi siano acquirenti e consumatori di un abbonamento tv, di un biglietto allo stadio, di un gadget ufficiale, di una bibita e un panino al Centro Sportivo che è un po’ anche centro commerciale.  

L’aureo epitaffio del calcio contemporaneo, al sapore di rutto di cipolla e hamburger annaffiato di Coca cola è tutto qui: Consumo ergo sum, come il titolo del saggio di Zygmut Bauman.

E nel trionfo della virtualità è incidentale la partita a Cagliari della quale, come del tifoso povero, a nessuno frega. Talmente incidentale che se ne parla, anzi non se ne parla nell’incontro con la stampa previsto dall’Uefa prima della finale di Conference di Atene.  E infatti non si parla di Cagliari, si parla di Atene, ma in modo talmente scombicchierato che poco o nulla si capisce dei reali sentimenti e pensieri di Italiano e Milenkovic i quali, banalità del calcese a parte, sembrano anche loro confusi dalla curiosa sovrapposizione, incerti che capitano a chi gestisce la comunicazione con stile sovietico all’americana, un’amatriciana senza peperoncino e lo squacquerone al posto del pecorino romano, quasi una pizza all’ananas di stile hawaiano, un panino al lampredotto bevendo cappuccino.L’unica cosa che sembra di cogliere è che a Italiano scappa di parlare da ex almeno un paio di volte: ‘ i tre anni a Firenze mi lasciano tantissimo’. 

Italiano parla da ex, ma oggi è un uomo e un tecnico più esperto e diverso da quello che arrivò a Firenze da La Spezia. Sostituirlo non sarà facile e la sensazione è che la Fiorentina potrebbe rimpiangerlo.