tmw / fiorentina / Serie A

Onofri: "Da Gudmundsson mi aspettavo di più, ma è uno che non puoi comandare"
Ascolta il podcast
rfv /
00:00
/
00:00
L'ex difensore Claudio Onofri è stato intervistato da Radio FirenzeViola nel corso della trasmissione 'Viola Amore Mio' ed ha affrontato il tema Albert Gudmundsson: "Mi aspettavo di più perché è un giocatore con delle libertà di intenzioni che deve diramare individualmente. All'inizio questa cosa era un po' frustrata. Lui non lo puoi comandare, poi è chiaro che dal punto di vista del rendimento non è stato solo questo a non dargli quello spazio che tutti i tifosi viola si aspettavano. C'è anche una responsabilità sua o di qualcun altro".
Quali erano queste difficoltà?
"Quando era chiamato a svolgere dei movimenti già predisposti dall'allenatore lui non giocava mai bene. Doveva muoversi soprattutto nella fase offensiva, ma anche in quella difensiva per aiutare i compagni in difficoltà. Non si può dare un giudizio definitivo su un calciatore appena arrivato. Però è stato una delusione anche per me, avendolo visto così tante a volte a Marassi. Mi dava l'impressione di poter fare molto di più la differenza".
C'è anche un problema di ruolo?
"Lui partiva anche al Genoa come seconda punta, ma l'istinto lo portava a smarcarsi liberamente. Senza che la cosa fosse preventivata dagli schemi. Quando veniva messo in altri ruoli faceva fatica a leggere le cose che doveva attuare. Poi ci sono altre situazioni che contribuiscono a far sì che ci sia un rendimento meno elevato rispetto a quelli che tutti si aspettavano".
L'integrale nel podcast
Quali erano queste difficoltà?
"Quando era chiamato a svolgere dei movimenti già predisposti dall'allenatore lui non giocava mai bene. Doveva muoversi soprattutto nella fase offensiva, ma anche in quella difensiva per aiutare i compagni in difficoltà. Non si può dare un giudizio definitivo su un calciatore appena arrivato. Però è stato una delusione anche per me, avendolo visto così tante a volte a Marassi. Mi dava l'impressione di poter fare molto di più la differenza".
C'è anche un problema di ruolo?
"Lui partiva anche al Genoa come seconda punta, ma l'istinto lo portava a smarcarsi liberamente. Senza che la cosa fosse preventivata dagli schemi. Quando veniva messo in altri ruoli faceva fatica a leggere le cose che doveva attuare. Poi ci sono altre situazioni che contribuiscono a far sì che ci sia un rendimento meno elevato rispetto a quelli che tutti si aspettavano".
L'integrale nel podcast
Altre notizie
Ultime dai canali








Primo piano