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tmw / fiorentina / Serie A
Ripa: "Fiorentina, riparti dai big. Con 4-5 innesti si può puntare all'Europa che conta"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 15:23Serie A
di Daniel Uccellieri
fonte Luciana Magistrato

Ripa: "Fiorentina, riparti dai big. Con 4-5 innesti si può puntare all'Europa che conta"

Presente al Memorial Gaucci, Roberto Ripa ha analizzato la stagione della Fiorentina. Queste le sue parole raccolte da TMW.

Cosa ha rappresentato per te il Perugia e, ovviamente, Luciano Gaucci?
"Ho avuto la fortuna e l’onore di esserci nella stagione della prima salvezza in Serie A, e quindi ho giocato due anni nella massima serie con il Perugia. Il primo anno c’era Castagner-Boskov in panchina, il secondo Mazzone. È stato un grande onore essere parte di quella squadra e oggi è bello essere qui, rivedere tante persone conosciute nel tempo e sentire ancora un forte legame con questi colori. Fa riflettere, ma siamo qui proprio per ricordare Luciano, che ha reso possibile tutto questo".

Sei stato per tanti anni anche alla Fiorentina. Domani si conclude il campionato: che stagione è stata secondo te? Deludente o comunque passabile?
"Quando si valuta una stagione, bisogna fare un bilancio completo: capire da dove si è partiti, guardare al percorso fatto e analizzare i vari momenti, compresi i mercati estivo e invernale. La squadra è stata completamente rivoluzionata: tanti giocatori importanti dello scorso anno sono andati via, c’è stato un nuovo allenatore, e diverse difficoltà interne, come il problema di Bove. Quindi non si può giudicare superficialmente. Secondo me è iniziato un nuovo ciclo. Dopo le otto vittorie tra ottobre e novembre le aspettative si sono alzate tanto, forse troppo, e non aver raggiunto una coppa oggi fa sembrare che la Fiorentina abbia fallito. In realtà credo che la società ora debba consolidare il gruppo, tenere i giocatori più rappresentativi e migliorarla con 3-5 innesti di qualità. Palladino era al primo anno in una squadra di livello, ha avuto alti e bassi, e fino a quindici giorni fa tutto era ancora in gioco. Poi in una settimana è cambiato tutto, ma non per questo devono cambiare i giudizi: è un percorso, e secondo me non è stato negativo".


Lo stesso Palladino ieri ha parlato come se fosse confermato: ha detto che lunedì parlerà dei prestiti e che bisogna ripartire da un gruppo di 10-12 giocatori. Quanto è importante farlo, e soprattutto da chi? Kaen? De Gea? Altri?
"È fondamentale ripartire dai punti fermi. Su Kean non sarà facile, ha una clausola rescissoria valida dall’1 al 15 luglio, quindi bisognerà capire anche le sue intenzioni. Mi auguro che restino quei giocatori che quest’anno hanno fatto la differenza. Aggiungerei anche Gudmundsson: nonostante prestazioni altalenanti, è uno di quei profili che può decidere una partita con una giocata. Gosens credo rimanga. Su Dodô può esserci qualche difficoltà, ma credo che con un’ossatura di 8-12 giocatori già presenti e 4-5 rinforzi di alto livello, si possa cambiare passo. Con un anno in più di esperienza per tutti e con una squadra più affiatata, può essere davvero la chiave per fare meglio".

Cosa ti senti di dire invece riguardo alla contestazione dell’ultima domenica in casa, quando i tifosi hanno fischiato Palladino e Pradè? Come si può ripartire e convincere tutti che il percorso è giusto?
"L’abbiamo detto prima: le otto vittorie hanno alzato le aspettative, forse anche in modo irrealistico. Questo ha un po’ drogato la percezione del cammino che doveva essere graduale. Le vittorie fanno sempre piacere, ma hanno fatto pensare a posizioni altissime, che forse non erano ancora alla portata. Alla fine, secondo me, il bilancio non è negativo. Questa aspettativa troppo alta ha cambiato la percezione di tutti, anche di noi addetti ai lavori. Ma non bisogna buttare tutto. Si tiene il buono fatto quest’anno e si rilancia con 4-5 innesti di valore. La squadra può ambire all’Europa che conta".

Sei pro o contro la Conference League? È un’opportunità o solo un ostacolo?
"Io sono a favore. Ci metto dentro anche la Coppa Italia, che è un trofeo importante. Qualificarsi per la Conference ti dà prestigio: il nome della Fiorentina in Europa ha ancora valore e non bisogna snobbarlo. Anche se i diritti televisivi sono limitati, ti dà visibilità, può attirare sponsor… insomma, è un percorso che va fatto. Sono sicuro che la Fiorentina punti ad andarci. Poi riuscirci o meno è un altro discorso".