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"Io, la Lazio e gli infortuni": Ernesto Calisti si racconta a "Storie di Calcio"
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Per Storie di Calcio la storia di Ernesto Calisti
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Una lunga trafila nelle giovanili della Lazio, con la quale esordisce in serie A il 7 ottobre 1984 in Ascoli-Lazio (0-0) e con la quale gioca anche nei difficili campionati di B, dove il club capitolino che rischia addirittura la C. Andò via dalla Lazio dopo aver totalizzato in campionato 48 presenze ed un gol (messo a segno in A). Parliamo di Ernesto Calisti, protagonista della nuova puntata di Storie di Calcio a TMW Radio.
Per lui anche due stagioni alla Fiorentina, ma ha anche indossato la maglia del Verona con cui retrocede in B nel campionato 1989-90, per poi ottenere l'immediata promozione in A nel 1990-91. La chiusura nel 1998 con il Monterotondo in Serie D a quasi 39 anni di età. Qualche tempo fa in una interevista disse: "Vicini era come un papà, una persona splendida, un signore. Era bravissimo nella gestione del gruppo. Avevamo, forse, l’Under 21 più forte che ci sia mai stata: Mancini, Vialli, De Napoli, Matteoli, Zenga, Donadoni, Cravero, Baldieri. Io ho fatto la prima parte di qualificazione agli Europei e poi ci fu l’infortunio che mi tagliò fuori. Senza quello avrei fatto una carriera diversa e, probabilmente, avrei potuto partecipare al Mondiale del 1990, quando Vicini portò molto del blocco di quella formazione". Ecco il suo racconto.
"Abitavo a Tor Sapienza, da piccolo feci un provino per la Lazio e iniziai così. Mio papà era della Roma, ma non c'era tutta questa passione. Da parte di mia madre erano tutti della Lazio. Ho avuto tanti allenatori che hanno segnato la mia carriera. Nicola Foglia mi scelse nel provino alla Lazio ed è stato determinante. Da professionista Fascetti è stato importantissimo, così come Bagnoli. Con Eriksson non è stato il massimo il rapporto, anche perchè venivo da un brutto infortunio. Alla Fiorentina ebbi la grande occasione, ma non la sfruttai pienamente, anche per colpe mie".
Per lui anche due stagioni alla Fiorentina, ma ha anche indossato la maglia del Verona con cui retrocede in B nel campionato 1989-90, per poi ottenere l'immediata promozione in A nel 1990-91. La chiusura nel 1998 con il Monterotondo in Serie D a quasi 39 anni di età. Qualche tempo fa in una interevista disse: "Vicini era come un papà, una persona splendida, un signore. Era bravissimo nella gestione del gruppo. Avevamo, forse, l’Under 21 più forte che ci sia mai stata: Mancini, Vialli, De Napoli, Matteoli, Zenga, Donadoni, Cravero, Baldieri. Io ho fatto la prima parte di qualificazione agli Europei e poi ci fu l’infortunio che mi tagliò fuori. Senza quello avrei fatto una carriera diversa e, probabilmente, avrei potuto partecipare al Mondiale del 1990, quando Vicini portò molto del blocco di quella formazione". Ecco il suo racconto.
"Abitavo a Tor Sapienza, da piccolo feci un provino per la Lazio e iniziai così. Mio papà era della Roma, ma non c'era tutta questa passione. Da parte di mia madre erano tutti della Lazio. Ho avuto tanti allenatori che hanno segnato la mia carriera. Nicola Foglia mi scelse nel provino alla Lazio ed è stato determinante. Da professionista Fascetti è stato importantissimo, così come Bagnoli. Con Eriksson non è stato il massimo il rapporto, anche perchè venivo da un brutto infortunio. Alla Fiorentina ebbi la grande occasione, ma non la sfruttai pienamente, anche per colpe mie".
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