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Ragazzini e riserve, in gara tra potenziali focolai: la Serie A in campo a tutti i costi

Ragazzini e riserve, in gara tra potenziali focolai: la Serie A in campo a tutti i costiTUTTO mercato WEB
© foto di Insidefoto/Image Sport
mercoledì 5 gennaio 2022, 16:36Il corsivo
di Ivan Cardia

Ci sono almeno cento calciatori contagiati in Serie A. Soltanto una squadra fra le venti del nostro campionato non ha denunciato almeno un caso di contagio da Covid-19. In più di una situazione casi si può parlare di un focolaio in essere, più che potenziale. Una partita non si giocherà comunque. Al rientro dalle festività, e i giorni di libertà familiare possono aver avuto il loro peso, anche il calcio italiano fa i conti con la quarta ondata della pandemia. Ma sembra intenzionato ad andare avanti nonostante tutto.

La mano ferma della Serie A. Il caso della Salernitana, che dopo la trasferta di Udine - tuttora sub judice - non potrà scendere in campo contro il Venezia, è paradigmatico. La Lega Serie A, complice la mancata riproposizione di una qualsivoglia regola per gestire i casi di contagio nelle sue società, ha scelto il pugno duro: nessun rinvio. Meglio la pantomima di una squadra costretta a scendere in campo, l’arbitro forzato ad aspettare 45 minuti, poi tutti a casa. Stavolta, c’è anche il danno, dato che i giocatori dei lagunari dovranno viaggiare alla volta dell’Arechi per “scoprire” che non potranno giocare. La mano ferma che diventerà inevitabilmente morbida alla fine della fiera: come nei precedenti dello scorso campionato, ci sarà la solita trafila di ricorsi e decisioni, finché queste partite non si dovranno rigiocare. Il no ai rinvii di oggi serve a mandare un messaggio, più che a ottenere un risultato. Ma siamo sicuri che sia quello giusto?

Partite undici contro undici. Lo ha detto Sinisa Mihajlovic, nel senso che non avrà a disposizione sostituzioni. Il programma della prossima giornata di campionato - sulla carta più che avvincente considerata la presenza di Milan-Roma e Juventus-Napoli - rischia di rivelarsi parecchio deludente. Nella maggior parte dei casi, a scendere in campo non saranno i campioni del nostro calcio, ma riserve e giovanotti di belle speranze chiamati all’improvviso dalle Primavere. Ammesso e non concesso che anche queste non siano al centro del contagio. Il 2022 si aprirà così con un turno di campionato più che depotenziato: squadre messe in campo con quel che c’è. Intendiamoci: gli infortunati esistono da quando esiste il calcio, ma ci sembra che la situazione sia un attimo diverso. E non finisce qui.

Non fermarsi oggi per fermarsi domani? Basta soffermarsi un attimo sul bollettino e sugli aggiornamenti per rendersi conto del quadro d’insieme. In Serie A spuntano positivi come funghi, a oggi pochissimi club sono riusciti davvero ad arginare il contagio, come del resto normale tra esseri umani che passano metà delle loro giornate a sudarsi addosso, tanto più se poi tornano a casa e fanno - lecitamente - quel che vogliono. È probabile che stiamo vivendo una nuova fase della pandemia, magari anche più lieve, ma non è questa la sede per discuterne e non è questo il punto: possiamo soltanto confrontarci con le regole che abbiamo ora. I positivi non possono giocare. Mettere in campo una serie di professionisti che se non fossero calciatori dovrebbero essere in quarantena - o in autosorveglianza e con FFP2 - moltiplica il rischio che qualcuno si contagi e il circolo vizioso continui. A quel punto, non fermarsi oggi vorrebbe dire doversi fermare domani.

Gli slot del calendario. Pariamo, in conclusione, anche le obiezioni più logiche. O almeno ci proviamo. Una: col virus dovremo imparare a conviverci. Vero, ma intanto dobbiamo fare i conti con le regole che abbiamo ora, non quelle che vorremmo per un futuro più sereno. Due: il calendario è ingolfato, non ci sono slot per recuperare le partite. Ecco, da questo punto di vista siamo al terzo campionato in era pandemica. Intanto, ci si sarebbe potuto/dovuto pensare prima: altrimenti a che servono le istituzioni? E siamo chiari: hanno gestito (bene) situazioni molto complicate, ma è difficile che la soluzione oggi sia ignorare il problema. In secondo luogo, i precedenti dimostrano che in qualche modo alla fine si fa. Le gare della Salernitana non saranno un problema dato che non gioca le coppe. Persino Juventus-Napoli della scorsa stagione, che sembrava un problema insormontabile, alla fine in qualche modo si è giocata. Si risolve tutto, se non si arriva a sbattere. Siamo gli ultimi che vorrebbero fermare il campionato, non serve neanche dirlo. Ma un turno di stop per mettere in sicurezza la situazione, e aprire il 2022 con una serie di partite degne di questo nome non sembra una cattiva idea.

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