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Spalletti ha perso una grande occasione: questa volta vincere lo Scudetto non era impossibile

Spalletti ha perso una grande occasione: questa volta vincere lo Scudetto non era impossibileTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 19 aprile 2022, 12:01Il corsivo
di Raimondo De Magistris

Luciano Spalletti nella sua ormai più che ventennale carriera da allenatore ad alti livelli ha concluso la Serie A al secondo posto per ben quattro volte. In una occasione, da subentrato, ha trascinato la Roma fino al terzo posto e in tre circostanze - due volte all'Inter, una all'Udinese - ha concluso il campionato al quarto posto. E' stato ed è ancora uno dei migliori allenatori italiani: a lui nella prima avventura nella Capitale il merito di aver rilanciato la Roma coniugando bel gioco e risultati, il merito di aver trasformato Francesco Totti in un implacabile goleador. E' sempre stato un ottimizzatore e in fondo, in Italia, fino ad oggi non era mai arrivato al titolo perché sistematicamente si trovava dinanzi a sé squadre più forti, dall'Inter di Mancini alla Juventus di Allegri. La sua Roma, rosa alla mano, non era a quei livelli. E anche all'Inter ha svolto un ruolo fondamentale per rilanciare le ambizioni nerazzurre, anche se poi a vincere è stato Antonio Conte. Fuori dai nostri confini Spalletti ha poi anche dimostrato di saper vincere: alla guida dello Zenit San Pietroburgo partiva sempre coi favori del pronostico e in tre stagioni completate ha portato a casa due Russian Premier League.

A Spalletti, fino all'inizio di questa stagione, il merito di aver sempre tirato fuori il massimo, di aver raggiunto l'obiettivo che gli era stato imposto. Cosa che poi sta accadendo anche in questa stagione: Aurelio De Laurentiis la scorsa estate aveva chiesto al suo allenatore di riportare il Napoli in Champions League e l'obiettivo è ormai a un passo. Però quest'anno, a differenza di quanto fatto in passato, fare un passo in più non era missione impossibile. Con la Juve che fin da subito ha alzato bandiera bianca per la lotta per il titolo, il suo Napoli s'è ritrovato a fronteggiare due milanesi forti ma non imbattibili. Si sta(va) giocando il titolo contro l'Inter nel primo anno post Conte, Lukaku e Hakimi e contro un Milan che con la sua politica dei piccoli passi sta tornando in alto ma non sta certo imponendo un passo da schiacciasassi.

Il Napoli insomma - per rosa, esperienza dei giocatori, livello delle avversarie - quest'anno doveva e poteva essere lì. Poteva, per dirla alla Spalletti, consegnare questo gruppo alla storia perché non è un campionato con rivali nettamente più forti. Non ci è riuscito: i due ultimi passi falsi in casa - in quel Maradona dove il Napoli quest'anno ha perso il suo Scudetto - ci parlano di una squadra che ha lasciato alle milanesi la corsa per il titolo. E di uno Spalletti che quest'anno come mai in passato ha avuto la possibilità di scrollarsi di dosso l'etichetta di eterno secondo. Nulla da fare, anche questa volta: Allegri nel suo primo ciclo vincente ricordava spesso che anche tra gli allenatori ci sono le categorie, ci sono quelli bravi e poi ci sono quelli vincenti. E a questo punto sorge il dubbio che Spalletti - almeno in Italia - difficilmente riuscirà mai a iscriversi alla seconda categoria.

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