Prendere Harder per Camarda non aveva logica. Al Milan servono i campioni

Nell'era delle plusvalenze, della futuribilità, dei giovani - almeno a parole - il Milan era a un passo dal sostituire Francesco Camarda, minorenne di bellissime speranze (e gol in Coppa Italia), con Conrad Harder. Giusto o sbagliato che sia, il danese è reduce da due stagioni con Nordsjaelland e Sporting di Lisbona, dove non è mai andato in doppia cifra e in Portogallo era la riserva di Gyokeres. Un bel profilo di cui essere il sostituto, senz'altro, ma questo può valere 27 milioni di euro fra parte fissa e variabile? Qualcuno ha provato a dare la colpa agli agenti. Come sempre del resto, quando una trattativa si incarta è colpa di chi spariglia le carte, ben sapendo che di solito sono i club a farlo, mentre chi incomincia ad affrontare un affare sa quali sono le regole di ingaggio. Circa il 10% di un trasferimento va in commissioni, a meno di accordi diversi che solitamente fanno più felici le squadre che i procuratori. La realtà è che il Milan ha bisogno dei campioni. Come alla Juventus o all'Inter del resto. Serve chi infiamma San Siro e Santi Gimenez non è partito con il piede giusto. Camarda ha un sacco di aspettative dietro ma almeno non sarebbe costato tantissimi soldi e, di fatto, dava le stesse garanzie di Harder. Cioè poche.