
Un po' come Messi nel 2010. Il Pallone d'Oro di Bonmatì è il meno brillante dei tre vinti
Non farà discutere come il Pallone d’Oro assegnato a Lionel Messi nel 2010, quando l’argentino arrivò davanti ai compagni di squadra Xavi e Iniesta (vincitori del Mondiale con la Spagna) e all’olandese Wesley Sneijder (finalista con i Paesi Bassi e vincitore del Triplete con l’Inter), ma di certo il terzo Pallone d’Oro vinto da Aitana Bonmatì è probabilmente il meno brillante, per non dire meritato, fra quelli che fanno bella mostra nella bacheca della centrocampista spagnola.
La classe ‘98 è senza dubbio la calciatrice di maggior talento, la più forte, che il calcio femminile abbia in questo momento, ma è reduce da una stagione che le ha regalato più amarezze che gioie. Se in Spagna con il suo Barcellona ha dominato, anche per mancanza di rivali all’altezza, in campo continentale non è stato altrettanto. La squadra catalana infatti ha perso la finale di Women’s Champions League contro l’Arsenal, mentre la Spagna, di cui Bonmatì è una delle stelle, è uscita sconfitta dalla finale dell’Europeo contro l’Inghilterra. In entrambe le occasioni Bonmatì è stata comunque premiata come migliore calciatrice, anche se il sapore amaro della doppia sconfitta non è certo facile da mandare via. Neanche di fronte a un terzo Pallone d’Oro di fila che la mette alla pari di due soli campioni nella storia: Michel Platini (1983-1984-1985) e lo stesso Messi (quattro di fila tra il 2009 e il 2012), unici ad aver fatto altrettanto – o meglio - al maschile.
Più dei titoli di squadra ha dunque pesato la classe assoluta che la centrocampista ormai da diverse stagioni mostra in campo e che risulta più forte anche delle sfortune che si abbattono sulla giocatrice: Bonmati ha infatti rischiato di saltare l’ultimo Europeo a causa di una meningite virale che l’ha colpita prima del torneo. Forse quest’anno però avrebbero meritato il premio la connazionale Mariona Caldentey dell’Arsenal, o l’inglese Alessia Russo, bi campionessa d’Europa con club e nazionale, entrambe a segno nella finalissima di Basilea. O magari quella Chloe Kelly, campionessa con Arsenal e Inghilterra, che è stata decisiva per il successo dell’Inghilterra con il rigore al 120’ in semifinale contro l’Italia e poi con il rigore decisivo in quella finale dell’Europeo in cui Bonmatì fallì il proprio tiro dagli undici metri.
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