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Claudio Nassi: "Ecco gli acquisti per far tornare grande la Juventus"
Dicono che il Barcellona sia il club più indebitato, con 1 miliardo e 450 milioni di euro. Poi vedo che acquista Ferran Torres dal Manchester City per 55 milioni. Leggo addirittura che sarebbe interessato a rilevare il contratto di De Ligt dalla Juventus, che ha una clausola rescissoria di 125. Probabilmente in Catalogna fanno i miracoli, come spesso avviene nel calcio.
Non so se sia possibile succeda alla Juventus, che spera di chiudere al quarto posto. Sono sempre stato dell'avviso che i soldi spesi su un giovane di prospettiva siano un affare non solo tecnico, come non bisogna tergiversare se il calciatore è di qualità, perché, come ripeteva Bill Veeck: "Non è la qualità che preoccupa, è la quantità che rovina". Ho spesso ragionato in funzione del gol, considerando merce rara chi l'ha nel dna. Mi sono domandato perché alla Juventus non abbiano provveduto a trovare i 30 mancanti dalla partenza di Cristiano Ronaldo. Se gioventù, velocità, talento e fare gol sono le cose che non si imparano, è stata commessa una dimenticanza. Nel confezionare una squadra insegnano a controllare i numeri, che, incrociati tra loro, difficilmente tradiscono. Quindi quando leggo e ascolto gli opinionisti parlare dei bianconeri, rimango perplesso. Quasi tutti avvertono la mancanza di un regista, che, a mio avviso, è una limitazione, a meno che non si chiami Kroos. E non mettono il dito nella piaga, perché Ramsey è un corpo estraneo e Bentancur, Arthur e Rabiot segnano col contagocce. Se aggiungo Locatelli, il vero regista, Bernardeschi e McKennie, che si sono ben espressi ma non sono uomini gol, il cerchio si chiude. Rimangono gli attaccanti e, assente Chiesa, non tutti sono all'altezza del compito. Certamente Dybala, probabilmente Morata, mentre più di un dubbio esiste per Kulusevski e Kean.
Ecco perché Arrivabene dovrà correre ai ripari e tirare fuori i soldi che occorrono per Vlahovic, 22 anni, una macchina da gol. Poi, venendo meno ai miei convincimenti, opterei per Barak, Gosens e Lazzari, due 28enni e un 29enne. Il primo centrocampista incursore da 10 gol l'anno, forte di testa e dal sinistro educato. Dicono sia il Pasalic del Verona. Il secondo si fa apprezzare per la forza e la resistenza. Nazionale tedesco, non male tecnicamente, ottimo di testa e gran senso del gol. Se non vado errato, 20 in due anni. Forse il migliore sulla fascia sinistra. Reduce da un infortunio, lo rivedremo presto. Lazzari è uno dei migliori esterni a destra. Quando scatta non si prende. Serve assist con cross dal fondo coi due piedi. Con Cuadrado, interscambiandosi, creerebbe problemi a ogni avversario. Alla fine arriverebbero alla Vecchia Signora più di 30 gol e una pioggia di assist, oltre a dimenticare Ronaldo. E John Elkann capirebbe che i soldi spesi sarebbero indispensabili per tornare a primeggiare in Italia e all'estero, come pretende il blasone e avrebbe voluto l'Avvocato.
Non so se sia possibile succeda alla Juventus, che spera di chiudere al quarto posto. Sono sempre stato dell'avviso che i soldi spesi su un giovane di prospettiva siano un affare non solo tecnico, come non bisogna tergiversare se il calciatore è di qualità, perché, come ripeteva Bill Veeck: "Non è la qualità che preoccupa, è la quantità che rovina". Ho spesso ragionato in funzione del gol, considerando merce rara chi l'ha nel dna. Mi sono domandato perché alla Juventus non abbiano provveduto a trovare i 30 mancanti dalla partenza di Cristiano Ronaldo. Se gioventù, velocità, talento e fare gol sono le cose che non si imparano, è stata commessa una dimenticanza. Nel confezionare una squadra insegnano a controllare i numeri, che, incrociati tra loro, difficilmente tradiscono. Quindi quando leggo e ascolto gli opinionisti parlare dei bianconeri, rimango perplesso. Quasi tutti avvertono la mancanza di un regista, che, a mio avviso, è una limitazione, a meno che non si chiami Kroos. E non mettono il dito nella piaga, perché Ramsey è un corpo estraneo e Bentancur, Arthur e Rabiot segnano col contagocce. Se aggiungo Locatelli, il vero regista, Bernardeschi e McKennie, che si sono ben espressi ma non sono uomini gol, il cerchio si chiude. Rimangono gli attaccanti e, assente Chiesa, non tutti sono all'altezza del compito. Certamente Dybala, probabilmente Morata, mentre più di un dubbio esiste per Kulusevski e Kean.
Ecco perché Arrivabene dovrà correre ai ripari e tirare fuori i soldi che occorrono per Vlahovic, 22 anni, una macchina da gol. Poi, venendo meno ai miei convincimenti, opterei per Barak, Gosens e Lazzari, due 28enni e un 29enne. Il primo centrocampista incursore da 10 gol l'anno, forte di testa e dal sinistro educato. Dicono sia il Pasalic del Verona. Il secondo si fa apprezzare per la forza e la resistenza. Nazionale tedesco, non male tecnicamente, ottimo di testa e gran senso del gol. Se non vado errato, 20 in due anni. Forse il migliore sulla fascia sinistra. Reduce da un infortunio, lo rivedremo presto. Lazzari è uno dei migliori esterni a destra. Quando scatta non si prende. Serve assist con cross dal fondo coi due piedi. Con Cuadrado, interscambiandosi, creerebbe problemi a ogni avversario. Alla fine arriverebbero alla Vecchia Signora più di 30 gol e una pioggia di assist, oltre a dimenticare Ronaldo. E John Elkann capirebbe che i soldi spesi sarebbero indispensabili per tornare a primeggiare in Italia e all'estero, come pretende il blasone e avrebbe voluto l'Avvocato.
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