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TMW - Lione, crisi senza fine: tutti i motivi per l'ultimo posto in classifica, dai senatori ai dirigentiTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 4 dicembre 2023, 15:06Serie A
di Andrea Losapio

TMW - Lione, crisi senza fine: tutti i motivi per l'ultimo posto in classifica, dai senatori ai dirigenti

Il Lione è calato in una crisi senza fine. Ultimo in classifica, sette punti conquistati in 13 partite, meno sei rispetto alla quart'ultima piazza occupata dallo Strasburgo. Sabato è arrivata l'ennesima sconfitta contro il Lens, per 3-2: a nulla è valsa la doppietta di Jake O'Brien, il migliore di questo inizio di Ligue 1. Il rischio retrocessione, a diciotto mesi dall'addio dello storico presidente Aulas, si fa sempre più concreto. Ed è difficile anche ripartire le colpe, perché sia Laurent Blanc - 1 punto in 4 partite quest'anno, quando ne aveva raccolti 48 in 28 l'anno precedente - che Fabio Grosso (una vittoria e due pareggi in sette gare) non sono riusciti a riportare la barra dritta, in quella che sembra una tempesta societaria, tecnica e comunicativa. All'interno dello stesso club si covano invidie che poi vanno a intaccare la riuscita delle operazioni, solo per un mero interesse personale, in particolare dall'arrivo della presidenza statunitense, lontana dal club e costretta ad affidare le operazioni ad altre persone.

Partendo dal punto di vista dirigenziale in questi mesi non c'è stato né un direttore generale né sportivo che si occupasse di campo. C'è Vincent Ponsot, dirigente amministrativo che per anni ha avuto il ruolo di ds e che ora sta diventando il dg del reparto femminile, si occupa molto di numeri economici. Il cambio di proprietà ha portato Aulas a vendere a John Textor, imprenditore americano con esperienze nel settore - è azionista di maggioranza del Botafogo e vanta alcune partecipazioni in club del vecchio continente - nonché ex proprietario di fuboTV, Inc, un servizio televisivo americano in streaming che si concentra principalmente su canali che distribuiscono sport in diretta, tra cui NFL, MLB, NBA, NHL, MLS e calcio internazionale. Il calcio europeo però è differente rispetto allo sport americano e probabilmente non si è affidato alle persone giuste per attraversare il canale che li separa. Non c'è (più) una struttura di scouting adeguata.


Al Lione ci sono alcuni problemi anche di carattere tecnico e organizzativo. Le regole sono un miraggio, nello spogliatoio filtrano degli spifferi evidenti con le notizie che vengono passate in tempo reale alla stampa. Textor ha puntato su giocatori che avessero a cuore Lione (su consiglio dell'ex presidente Aulas, che poi ha fatto marcia indietro criticandone la scelta) come Lacazette, Lovren e Tolisso che, però, rappresentano una visione vecchia del club, visto che tutti quanti lo hanno lasciato per inseguire sogni di gloria, anche arrivati nel corso degli anni, ma che attualmente non forniscono prestazioni all'altezza del loro rango. Di più, i giocatori hanno creato all'interno della rosa delle sorte di mini gruppi, escludendo la maggior parte degli altri. Alcuni, peraltro, non sono nemmeno all'altezza di giocare in Ligue 1, perché alcuni investimenti sui giovani usciti dall'Academy sono stati sballati e troppo corposi anche per chi è andato via in prestito.

Per tutti questi motivi il Lione è in crisi di risultati. Non bastano i Cherki, gli O'Brien, oppure i curriculum di Tolisso e Lacazette per migliorare una classifica che piange. Qualche giorno fa, in compenso, è arrivato David Friio, ex Nottingham Forest, Manchester United e OM. Friio aveva appena salutato l'Olympique Marsiglia il 23 di novembre - con Mehdi Benatia al suo posto - e ora prenderà le redini di una società che a gennaio dovrà investire molto per trovare soluzioni.