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Juve sei pronta per la partenza del viaggio chiamato “campionato”?  E allora… via, l’attesa sta per finire!TUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:01Editoriale
di Roberto De Frede
per Bianconeranews.it

Juve sei pronta per la partenza del viaggio chiamato “campionato”? E allora… via, l’attesa sta per finire!

Il viaggio non è mai una questione di soldi, ma di coraggio. (Paulo Coelho)

Ci sono partenze allegre o malinconiche, si viaggia per provare il brivido dell’avventura, il fascino del mistero o spinti dal desiderio di evadere per scoprire luoghi nuovi. Ma ci sono anche viaggi fatti per raggiungere un obiettivo, come ci insegna la storia, o viaggi intrapresi per riscoprire le proprie radici. C’è il viaggio, ad esempio, di due giovani artisti, un poeta e un pittore, in una Topolino nera degli anni Cinquanta, alla scoperta dei Balcani e della Turchia, dell’Iran e dell’Afganistan: ne nasceranno molti duri disegni e un bellissimo libro dal titolo rubato a Montaigne: L’Usage du Monde. In quel viaggio – scrive uno dei protagonisti, Nicolas Bouvier – la poesia protegge i viandanti; i due girano infatti per diffidenti città iraniane e campagne tradizionalmente ostili ostentando, sulla portiera sinistra del loro scassato macinino, una quartina del grande poeta persiano Hâfiz: «Anche se il riparo delle tue notti è poco sicuro / E la meta ancora lontana / Sappi che non esiste / Sentiero senza una fine. Non essere triste».

L’estate lentamente conoscerà il suo crepuscolo, e come sempre ci ha regalato un caldo insopportabile, il piacere di tuffarci nel meraviglioso mare nostrum e pagine di libri che non fanno altro che renderci migliori. Mi sovvengono i cari versi di Eugenio Montale, che dedico a Madama e alle speranze senza fine dei tifosi bianconeri: «L’attesa è lunga: il mio sogno di te non è finito».

Un tempo, quello estivo era il calcio della speranza, della formazione da delineare, degli esordienti da scoprire. E ti davano sicurezza i titolari affermati. In fin dei conti oggi è ancora così e il miglior calcio d’estate è stato quello della Juventus. Va detto. Non è da tutti andare a vincere a Dortmund contro il Borussia, e a Bergamo contro l’Atalanta. Qualcuno potrà obiettare che il calcio estivo non conta, ma le prestazioni sì. La Vecchia Signora ha fornito ottime impressioni, non soltanto in campo, ma - a differenza delle passate gestioni -, anche in tribuna e dietro la scrivania, con Comolli e Chiellini. Concretezza, efficacia ed eleganza sembrano essere ritornate prepotentemente in casa bianconera, per dare nuovo vigore a quella juventinità che era andata ad ingrigirsi e sbiadirsi negli ultimi campionati. I calciatori sono in connessione totale con l’allenatore e Tudor granitico dalla sua panchina ha marcato compattezza ed unità al gruppo, facendo ritrovare il senso d’appartenenza che in una squadra fa centuplicare le forze. Tutto questo pare abbia le fattezze di un buon biglietto di viaggio da obliterare con entusiasmo e partire verso orizzonti di gloria! (Approfondiremo i temi domani sera alle ore 21 su JLand tv su youtube e Twitch).

Ulisse insegna che viaggiare significa avere una meta ben chiara in testa, non importa quanto tempo ci vorrà per raggiungerla. La Juventus è sulla buona strada, visto che sta peregrinando già da un po’…

Una destinazione, un viaggio di andata che è sempre insieme anche νόστος (ritorno), non a caso dovette esistere un poema epico come corollario dell’Odissea intitolato proprio Νόστοι, I ritorni, oggi andato perduto, e che raccontava il lungo cammino verso casa di tutti coloro che combatterono a Troia. Ebbene, per la Juve questo viaggio chiamato campionato potrebbe essere di ritorno, di ritorno alla vittoria, unico vero obiettivo impresso nel suo dna dalla nascita, da quella giovane panchina di corso Re Umberto.

La Juventus sta lavorando bene, sembra pronta ad affrontare questo tragitto, che non è semplice avventura – “vediamo come va” – né pellegrinaggio, né tantomeno vacanza (ossia etimologicamente “assenza”, l’andarsene a zonzo per il mondo e per la vita vacanti da se stessi). Ciò che conta è preparare con cura e sincerità il viatico, non smettere mai di fare e di disfare il nostro bagaglio interiore. Sapere dove si vuole arrivare prima di partire e sbarazzarci ben presto di ciò che non ci serve quando siamo in viaggio per davvero.

Sono ancora giorni di onde e colori, di nuotate e di concerti sulla spiaggia: ore di serenità e lucentezza, seppur scanditi dall’attesa per il nuovo campionato, per lo scudetto da conquistare. Altro non si attende che l’attimo in cui stasera il fischietto dell’arbitro aprirà le danze di Juventus-Parma, sfida di indelebili ricordi, tra panini al prosciutto, cori, bandiere e battiti del cuore accelerati. Consapevole, come ci insegnò Osvaldo Soriano, che «sono così le storie del calcio: risate e pianti, pene ed esaltazioni». Perché il pallone era ed è il regno del possibile e dell’impossibile, un’autentica metafora dell’esistenza, dove a dominare è sempre quella sottile, abbagliante incertezza. Sì, tutto ricomincerà nei lampi dei primi gol, nella meraviglia del prato verde, nella gioia e nella malinconia, quella conclusione all’incrocio dei pali, quella parata superba, quel salvataggio sulla linea bianca, quel rigore impeccabile.

Il viaggio si chiama campionato, ma la meta, l’isola del tesoro per la Juventus si chiama scudetto: è il sogno di Jim, il sogno di un ragazzo che immagina avventure travolgenti in lidi lontani, stadi di ogni città, lotte all’ultimo sangue coi pirati, combattimenti corpo a corpo tra il difensore di turno e il centravanti avversario, rischi mortali, scivolate in area di rigore per salvare la propria porta. Il grande sogno di un ruolo da protagonista, come tutti i ragazzi sognano di avere.

Non conosco tifosi di Sivori e Charles oggi nonni che non siano ancora ragazzi e sognatori come il protagonista di Stevenson! È il miracolo del pallone, la passione per la Juventus. Buon viaggio Vecchia Signora, parti in quarta e sii te stessa in ogni partita!

Roberto De Frede