
Motta, Giuntoli,Conte facce diverse di una stessa delusione. L'ennesima ricostruzione tra poche certezze e tanti interrogativi
Le delusioni quando arrivano dalle persone nelle quali credevi fanno ancora più male. Nella vita come nello sport. Ecco perché oggi il senso di forte delusione nei confronti dell’accoppiata Motta Giuntoli, quella che ritenevo giusta per il rilancio della Juventus, è enorme. Ma come si suol dire, tutto passa e per fortuna possiamo guardare avanti. Il problema vero è che ancora una volta si deve ripartire dalle macerie, macerie fumanti che hanno portato ad una nuova, ennesima, ricostruzione, cosa che accade ornai quasi una volta all’anno. Con una differenza sostanziale però, stavolta la proprietà ha perso la pazienza e le conseguenze sono una società che si ricostruisce da capo, con tutti i pregi e difetti del caso. Perché ad oggi la nostra è una nave che ondeggia in mezzo alle onde, onde che hanno permesso persino al sig Conte di declinare l’invito a tornare. Che resti nelle braccia comode del suo mentore De Laurentiis e del caldo abbraccio napoletano. Resti lì a vita, perché stavolta il popolo bianconero non gli riserverà più applausi, ma ben altro.
Motta, Giuntoli, Conte, tutte facce di una stessa medaglia che dobbiamo però gettare in mare, e lasciarla disperdere negli abissi. Cosi come dovremmo smettere di fare paragoni con il passato. Boniperti, l’Avvocato, Umberto, Chiusano, tutte figure indimenticabili e perno della nostra storia, ma che purtoppo non torneranno, fanno e faranno sempre parte del nostro Dna. Ma è necessario guardare avanti, i tempi cambiano, le generazioni cambiano, il calcio e il modo di gestirlo cambia.
Mi piace citare un caro amico, che proprio in questi giorni in un momento di sfogo mi ha scritto “ Chissà quale peccato originale abbiamo da espiare, forse tifare la squadra dei nostri padri, e forse commuoverci davanti alle parole della mamma di Andrea Casula che ovviamente qualcuno ( e non cito volutamente il qualcuno in causa) confonderà con un chiunque dei suoi nuovi tifosi.” Siamo in un momento in cui, scrive sempre il mio caro amico ma sono certo che rappresenterà il pensiero di molti di voi, “Motta viene messo al capo di un progetto che pare essere la volontà di inocularci un virus che agisce sulle nostre fondamenta, la società conferma un allenatore salvo poi cambiare idea in 48 ore, per arrivare a Tudor, mirando però a Conte che doveva arrivare 12 mesi fa” Insomma una sorta di caos disorganizzato che ha portato alla fine John a sparigliare tutto.
E oggi siamo in ritardo, inutile nasconderlo. Comolli ha appena firmato, ma dovrà ancora arrivare un direttore sportivo a completare l’area tecnica. Il mercato, compresi i rinnovi sono congelati, e Tudor, uomo di spessore, si è sorbito e subito il toto allenatore, senza alzare un dito. Questo vuol dire amare la Juve, a prescindere da quello che sarà il valore del tecnico in futuro. Dopo gli scempi visti e vissuti in questa stagione, viva Igor, al quale, la società se dovesse confermarlo, dovrebbe allungare almeno di un anno il contratto in modo da proteggerlo da ogni situazione. E per favore, non si tiri alla lunga con frasi tipo" valutermo in base al Mondiale per Club" . O si crede nell'allenatore o si cambia da subito.
Lavori in corso, dei quali avremmo fatto volentieri a meno. Cosi come avremmo fatto volentieri a meno delle “ filippiche” e delle storie morali sul tifare contro. Mera soddisfazione? Certo, adoro godere delle mie vittorie e non delle “ disgrazie” altrui, ma chi oggi si erge sul piedistallo della moralità, si ricorda chi rideva delle nostre lacrime a Berlino piuttosto che a Cardiff? Si ricorda delle magliette “ Asensio è finita? “ La ruota gira e se questo vuol dire essere piccoli uomini, ebbene ci prendiamo a portiamo a casa questo appellativo facendo però riferimento alle parole del nostro capitano Alessandro Del Piero. A buon intenditor…







