
Un esame vero per la Signora
È il grande giorno: dopo le gare contro Al Ain e Wydad AC, avversarie oggettivamente di caratura inferiore alla Juventus (prima del cambio di panchina, comunque, non erano proprio partite scontate nemmeno queste), i bianconeri tra poche ore affronteranno il Manchester City di Pep Guardiola. Gli inglesi non vengono dalla migliore stagione della loro storia, ma rappresentano comunque una corazzata. Di solito queste partite mentalmente si preparano da sole ed è più importante lavorare sulla parte atletica e quella tecnico-tattica.
In questo caso specifico, però, la gara del Camping World Stadium di Orlando assume dei contorni più complessi. Si tratta del primissimo big match del nuovo corso targato Damien Comolli, direttore generale dai poteri di un amministratore delegato. Il nuovo capo di area sport, marketing e commerciale della Juve ha deciso di confermare in panchina Igor Tudor e di portare avanti contestualmente operazioni di mercato importanti, come i riscatti di Conceicao e Kolo Muani, ma non è finita. L’obiettivo è aggiungere in totale 5-6 innesti di livello per rivalutare anche i tanti acquisti effettuati lo scorso anno.
L’eredità del duo Giuntoli-Motta è infatti quella di una doppia sessione con 16 acquisti e 19 cessioni, una rivoluzione che probabilmente non era giustificata alla luce del 3° posto con Coppa Italia conquistata nella precedente stagione. Sono però scelte e la Vecchia Signora ha deciso di non provare a migliorare la squadra precedente, bensì azzerarla e tentare un all-in per avvicinarsi al titolo. Niente da fare, anzi, la Juventus si è addirittura allontanata dalle prime e ora c’è da correre ai ripari. La strada intrapresa oggi è quella di un rinnovamento dirigenziale, che oggi non è ancora completato, visto che mancano all’appello direttore sportivo e direttore tecnico.
Ovviamente, anche per puntellare la rosa ci vorrà del tempo, ma la gara contro il Manchester City, che vale il primo posto nel gruppo G del Mondiale per Club, oltre a dare soldi e prestigio sarà uno step importante per il lavoro svolto fin qui da Tudor. Il tecnico croato non è riuscito onestamente a correggere le sbandate difensive (per quelle servirà più tempo, il rientro di Bremer e almeno un altro innesto in difesa), ma è riuscito in parte ad “aggirarle”. Come? Con intensità, unione di intenti e una maggiore verticalità. Meno palleggio sterile nella propria metà campo, più filtranti per cercare gli avanti e tenere la palla più lontana possibile dalla propria area.
Non è che oggi la Juventus sia una squadra spettacolare, ma di sicuro è migliorata rispetto alla gestione precedente, anche se per capire “quanto” sarà fondamentale passare da match contro calibri importanti, proprio come il Manchester City. Insomma, stasera la gara di Orlando dirà a Comolli e soci quanto è ancora distante questa squadra da chi è da tempo sulla cresta dell’onda sia nel campionato migliore al mondo (la Premier League) sia a livello internazionale. Non si può di certo pretendere che si arrivi da 5 a 10 tutto d’un botto, l’errore che si è fatto sostanzialmente con Motta, ma questo è il momento storico in cui bisognerà avvicinarsi alla vetta step by step, con razionalità e realismo.







