
Guendouzi, Rovella e Isaksen gli anti-Tudor: Lazio-Juventus può essere la loro rivincita
Domani sera all’Olimpico non sarà solo Lazio-Juventus, spareggio di fatto per la Champions. In campo andrà anche un confronto silenzioso, ma denso di significato: Igor Tudor sfiderà da ex la squadra che lasciò appena undici mesi fa, in un clima allora teso e ora pronto a riaccendersi. L’avventura del croato alla Lazio durò poco, ma lasciò segni profondi. Subentrato a Sarri a marzo 2024, portò subito un cambio tattico radicale con il passaggio al 3-4-2-1 e vinse al debutto proprio contro la Juventus.
Ma il rapporto con alcuni giocatori fu tutt’altro che sereno: Guendouzi, reduce da tensioni simili con Tudor già al Marsiglia, si prese una rivincita proprio in quella sfida. Altri, come Isaksen, Rovella e Lazzari, furono presto messi da parte o adattati in ruoli non congeniali. A fine stagione il tecnico chiese una rivoluzione sul mercato, giudicando sacrificabili anche i giovani su cui la società aveva investito. Il divorzio fu inevitabile, tra voci di spogliatoio spaccato e uno striscione offensivo comparso fuori dal centro sportivo. Il 5 giugno arrivarono le dimissioni.
Oggi, ironia della sorte, proprio alcuni di quei giocatori ritenuti non funzionali sono diventati protagonisti con Baroni: Guendouzi, Rovella e Isaksen sono colonne della nuova Lazio, Zaccagni è il nuovo leader offensivo, Lazzari un elemento chiave. Domani nessuna vendetta personale, ma tanto orgoglio: la Lazio vuole superare in classifica proprio la Juventus di Tudor. Sullo sfondo, un duello per l’Europa che vale molto più dei tre punti.
Ma il rapporto con alcuni giocatori fu tutt’altro che sereno: Guendouzi, reduce da tensioni simili con Tudor già al Marsiglia, si prese una rivincita proprio in quella sfida. Altri, come Isaksen, Rovella e Lazzari, furono presto messi da parte o adattati in ruoli non congeniali. A fine stagione il tecnico chiese una rivoluzione sul mercato, giudicando sacrificabili anche i giovani su cui la società aveva investito. Il divorzio fu inevitabile, tra voci di spogliatoio spaccato e uno striscione offensivo comparso fuori dal centro sportivo. Il 5 giugno arrivarono le dimissioni.
Oggi, ironia della sorte, proprio alcuni di quei giocatori ritenuti non funzionali sono diventati protagonisti con Baroni: Guendouzi, Rovella e Isaksen sono colonne della nuova Lazio, Zaccagni è il nuovo leader offensivo, Lazzari un elemento chiave. Domani nessuna vendetta personale, ma tanto orgoglio: la Lazio vuole superare in classifica proprio la Juventus di Tudor. Sullo sfondo, un duello per l’Europa che vale molto più dei tre punti.
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